«La vendita delle farmacie è solo un modo per fare cassa, questa amministrazione naviga a vista senza un progetto». Parole dell’ex sindaco Massimo Mobili che a qualche giorno di distanza dal pasticcio amministrativo che ha visto contrapposti presidente del consiglio comunale Ivo Costamagna e segretario comunale Piergiuseppe Mariotti in merito alla riorganizzazione delle partecipate, farmacie in primis, commenta in maniera negativa l’operato della giunta e si dichiara contrario alla vendita delle farmacie comunali.
Secondo Mobili la vendita delle farmacie non è un obbligo di legge perchè potrebbero essere accorpate in Atac ma non cedute: «In un momento come questo di grave crisi economica avere delle farmacie comunali ha una funzionale sociale di calmiere per i prezzi e potrebbe offrire servizi a chi è disagiato».
Ma al di là dell’analisi tecnica su accorpamento o vendita la federazione del centro destra affonda dal punto di vista politico: “E’ evidente ormai come il sindaco sia uno strumento in mano ad altri. Dovrebbe pensare seriamente di dimettersi, perchè o non sa cosa si discute e quello che firma dimostrando di essere sprovveduto, o ha fatto un dietrofront imposto da altri. Del resto lo stesso Costamagna ha parlato di una riunione a tre fra lui Corvatta e Silenzi a metà agosto, come al solito ci troviamo di fronte a decisioni prese in segreto e alla presenza di pochi su progetti che riguardano tutta la città ed il bene comune. Dov’è la tanto decantata trasparenza?”
(l. b.)
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Effettivamente anche a me risulta così……..cioè che la legge prevede l’accorpamento delle municipalizzate e non la vendita delle Farmacie……..casomai ci sarebbe da rivedere la gestione ATAC in toto partendo chiaramente dai vertici prima di mettere in ATAC anche le Farmacie. Ma chi dice che la legge obbliga a vendere le Farmacie? Ultimamente per la città circola questa voce……..che secondo me NON corrisponde al vero….. potrei però sbagliare……quindi chi ha un riferimento di legge preciso magari può entrare e segnalarlo…..Grazie.
Credo che la norma in questione sia l’art 4 della cosiddetta spending review, ossia il D.L. n.95 del 2012 successivamente convertito in legge.
@ Marina Santucci
Posso anche sbagliare ma mi sono andato a leggere il suo riferimento ed al comma 3 è scritto che
“Le disposizioni del presente articolo, salvo il comma 5 (riguarda il consiglio di amministrazione), non si
applicano alle societa’ che erogano servizi in favore dei cittadini,……..”
Mi sembra il caso delle farmacie!
Potrebbe essere. La cosa più semplice sarebbe andare a leggere la proposta di cui si parla, in cui si hanno i riferimenti precisi. Ma a occhio, se la vendita o meno è di competenza del consiglio, ed il passaggio in maggioranza pare essere opportuno ma non obbligatorio, credo possa esserci ampio margine di discrezionalita’ e non un obbligo alla vendita.Qualcuno ci illumini con le carte,ad ogni modo.
Normal
0
14
false
false
false
MicrosoftInternetExplorer4
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:”Tabella normale”;
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:””;
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:”Times New Roman”;
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}
Ad integrazione del mio precedente commento, ho trovato quest’altro riferimento
http://www.assofarm.it/index.php?option=com_content&task=view&id=483&Itemid=115#Treviglio%20Vende?
Dove il Presidente di Assofarm (associazione delle farmacie comunali) oltre a sostenere chiaramente l’inopportunità della vendita di farmacie comunali, sostiene che il sistema farmacie, private e pubbliche, è parte integrante e sostanziale del Servizio Sanitario Nazionale. Vendere le farmacie, quindi, significa vendere una componente del SSN che offre garanzie di servizio per i cittadini.
E aggiunge poi un riferimento di legge “all’art. 15 della Legge 166/2009 che vede le Farmacie Comunali escluse, proprio perché servizio sanitario, dalla privatizzazione, al contrario di altri servizi pubblici locali.”
Ora, io non sono un avvocato e quindi non sono abituato a districarmi nei meandri degli articoli e dei commi di legge, perciò bisognerebbe vedere, visto che l’intervento citato risale al 2010, se è intervenuta qualche modifica. Tuttavia il riferimento citato nel mio precedente commento (il comma 3 dell’art. 4 della spending review) mi sembra confermi il tutto.
Se qualche addetto ai lavori volesse chiarirci le idee………
Ops!
scusate per l’inizio del commento. non sono ancora molto avvezzo al mezzo, non è molto che intervengo. Scusate ancora.
@ Leo Nardo
Per ora, non essendo io sicuro della normativa mi fido del Presidente Assofarm il cui giudizio sulla inopportunità della vendita delle farmacie comunali mi sembra anche dettata dal buon senso….
Il 12 luglio scorso,a proposito del rapporto fra dirigenza e politica, scrivevo e colgo l’occasione per RIBADIRLO che gli amministratori non sanno o -peggio ancora- fingono di non sapere quale sia il loro ruolo.LA GESTIONE E’ DI ESCLUSIVA COMPETENZA DELLA DIRIGENZA.
Richiamarsi a presunte rigidità è un alibi e, oltre ad essere un atto intimidatorio,fornisce la rappresentazione di amministratori che ritengono il Comune come cosa propria al di fuori di ogni regola,se non quella della convenienza politica.
Condivido pienamente quanto scrisse Diomedi sull’argomento e cioè che essere una persona onesta(vedi Corvatta)non significa sapere amministrare una città.
la normativa che riordina i servizi pubblici non prevede affatto la vendita delle farmacie (errore clamoroso!!!!) ma l’accorpamento delle azuiende, ma dovete tenere presente la distinzione tra servizi pubblici essenziali e servizi pubblici economici a rilevanza e non industriale prima di redigere progetti di riorganizzazione che non hanno alcun senso; quello che mi preme sottolineare è che il risultato economico delle farmacie è distorto dai costi di gestione del magazzino (altra cosa inutile) ora prendete una farmacia privata che guadagna (secondo i commenatori) fior di soldi creategli la gestione di un magazziono per svolgere la sua attività e poi ne riparliamo sull’utile realizzato!!!!!!!
amministratori meditate……..!!!!!!!
concordo con hero del precedente commento quando fa la distinzione tra servizio pubblico essenziale ed ecpnomico, come evidenziai anche io in un commento di due articoli fa definendo le farmacie (attenzione PUBBLICHE) un servizio sociale per la collettivita’; ed aggiungerei questa dislocazione in piu’ punti va a favore di chi ha problemi di spostarsi. ma anche se volessimo considerarli economici, chi andrebbe a vendere un servizio che da anni e’ in attivo tenendosi invece le cancrene? sono i cda che dovrebbero essere accorpati
Ma proprio Mobili è contrario a privatizzare? Loro, il pdl, il partito degli affaristi e delle partite iva, il partito che ha privatizzato un’interà città, con la scusa della crisi, che se fosse dipeso da loro anche la Polizia e i Carabinieri avrebbero privatizzato, proprio loro parlano?
A rileggere le dichiarazioni del Sindaco di Civitanova Marche sul caso Farmacie frale tante dichiarazioni che ha fatto si notano le contraddizioni e il fatto che la delibera o come la vogliono chiamare era stata fatta,digerita ma poi qualcuno ci ha messo lo zampino.Non si è trattato di una distrazione del Sindaco ma di un dietro front politico e di una pessima figura politica.Di fatto ora Civitanova ha un Sindaco dimezzato.