Il gruppo consiliare Fratelli d’Italia di Tolentino interviene sul previsto ritiro agli esercizi commerciali delle stampatrici dei biglietti:
“Parlare di viabilità sostenibile, significa incentivare l’utilizzo del treno. Ma questo comporta oltre alla disponibilità di carrozze decenti (le littorine utilizzate per la tratta Civitanova Marche – Fabriano dovrebbero da tempo essere mandate in pensione), la pulizia nelle stesse, il rispetto degli orari di partenza e arrivo, si aggiunga la possibilità di acquistare facilmente il biglietto. Sembra, secondo alcuni, che le Ferrovie dello Stato stiano predisponendo per il mese di giugno il ritiro delle macchine stampatrici i biglietti in dotazione ad alcuni operatori commerciali. Domanda, considerato che la stazione di Tolentino, contrariamente a tante altre, non ha la disponibilità di una biglietteria automatica, come faranno studenti e lavoratori, ad esempio, ad acquistare gli abbonamenti? Come faranno i viaggiatori ad acquistare biglietti per Roma o Milano quando le Agenzie di viaggio sono chiuse? Non tutti posseggono internet e magari qualcuno non ha programmato la partenza. C’è da rilevare che se anche, prima di salire, il passeggero comunica, correttamente, al capotreno di essere sprovvisto di biglietto perché impossibilitato all’acquisto si paga una maggiorazione non certo irrisoria. I consiglieri comunali Francesco Colosi e Franco Feliziani di Fratelli D’Italia – Centrodestra Nazionale chiedono che le Ferrovie dello Stato, almeno finchè, la stazione di Tolentino non sia dotata di biglietteria automatica, non ritirinoa dagli esercizi le macchine stampatrici e diano disposizione che il passeggero che dichiari prima di salire di esserne sprovvisto perché i negozianti erano chiusi (domenica, le sei del mattino, altro) paghi il biglietto senza alcuna maggiorazione.”
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Sarebbe sufficente, che il personale viaggiante venisse abilitato a staccare biglietti. E visto che nella
tratta da Fabriano a Civitanova i viaggiatori si contano sulle dita di una mano, non è che il personale
debba sudare sette camice per fare il biglietto a coloro che causa proprio la deficenza delle ferrovie
ne sono sprovvisti. Ma essendo l’Italia ormai un paese di emme, ci si può anche aspettare che oltre
al disservizio si debba pagare anche la multa. C’è proprio da scompisciarsi dal ridere.
E PER FINIRE: ma possibile che nessuno si sta accorgendo che anche questo fa parte, della distruzione
di questo paese. Una volta il trasporto, la mobilità della popolazione era il segno della civiltà che proseguiva
i nostri trisnonni, bisnonni emigravano in america per costruire le “””strade ferrate”””, da noi succede il
contrario si distrugge quanto è stato fatto. Torneremo a circolare a dorso di somaro, di mulo, restaureremo
per Tolentino il carretto che dalla stazione faceva servizio verso la piazza principale. Questa è la vera civiltà.
La macchine anche due, tre per ogni casa, stanno occupando il posto delle persone, non è più possibile
andare per strada, perché adibita a parcheggio. Questa è la civiltà, cioè l’uomo schiavo dei propri mezzi.
Ma non è solo questo, siamo arrivati a 3–4–5–Tv in ogni famiglia, anche il gatto ha la sua televisione, e
questo altro grande segno di civiltà, che impedisce anche in famiglia di dialogare, perché il dialogo è
quello che avviene in spirito con il trombone di turno che raglia nelle serate che la TV ci organizza.
Siamo ridotti a burattini, a marionette a cui c’è chi tira i fili, e non ce ne accorgiamo. Meglio tornare
all’epoca della pietra quando per fare una telefonata bisognava andare in piazza e attendere chi ci passava
la comunicazione, ora abbiamo il cellulare che si trasforma anche in “””vibratore”””.
nico fatti meno paranoie cosmiche 🙂
si discute del biglietto del treno, sei andato molto oltre.
se vai in una città che fai ti ammazzi? frenesia a tolentino? ma dai..
No, ma Nico ha ragione… se una volta potevi salire e fare regolarmente il biglietto perché oggi deve pagare un sovrapprezzo? Che spese comportava per loro in più? Insomma era meglio prima o oggi? Era più un servizio per il cittadino prima o adesso?