Le trombe del giudizio
I Maya a Mayerata

DAVOLI A MERENDA - Il sindaco e la Panda del Comune: una storia da fine del mondo
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di Filippo Davoli

Non ci sono limiti alle sorprese. La barzelletta diceva che la Panda serviva p’andà a casa e il Sig. Sindaco ha obbedito allo spot (leggi l’articolo). Per un diversivo dovuto alla macchina personale dal meccanico, andava a casa con il motorino a quattro ruote del Comune (quello a tre ruote – l’ape – evidentemente non era disponibile), ma è incappato nei vigili urbani della Procura. Quelli con la divisa e il fischietto le multe le fanno a noi comuni mortali: per il Sig. Sindaco c’è l’accusa di peculato direttamente dal Tribunale.

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Si direbbe che in questa strana città, dove l’han fatta franca un po’ tutti nei secoli dei secoli e nel Paese dove ne succedono di tutti i colori ogni giorno, l’ultima cosa che il Sig. Sindaco avrebbe potuto sospettare è di ritrovarsi nel registro degli indagati per una quisquilia come questa! E invece doveva-poteva sospettarlo: siamo o non siamo in tempo di giudizi?

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Il 21 dicembre, stando alle ormai arcinote profezie dei Maya, assisteremo in diretta al Giudizio Universale: lì non sarà di scena la panda del Comune, ma tutti gli armadi del mondo, tutte le cartuccelle (non solo quelle degli studenti della maturità), tutto di tutto, tutto di tutti. C’è da credere che, nonostante le rapidità celesti, non sarà una faccenda breve: per una volta, anzi, alcuni potranno rallegrarsi che la Giustizia più lenta non è quella italiana. Parimenti però, quella celeste non prevede leggi ad personam e non lascia scampo a nessuno, nel bene e nel male: per alcuni c’è poco da stare allegri.

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Per altri, tuttavia, ci sono anche validi motivi per stare allegrissimi.

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Grazie alla fine del mondo, non si porrà più il problema di dove reperire i fondi per pagare la seconda rata dell’odiosissima tassa dell’IMU. La prospettiva che la fine del mondo offre risulta, in questo caso, di una gradevolezza ineffabile. Poi c’è il piccolo divertissment del guardare l’espressione di tutti quelli che, con zelo e puntiglio, han passato l’esistenza a traghettare i capitali all’estero o a costruirsi un posto al sole; oppure – che è anche peggio – un’immortalità nella memoria storica o culturale della gente. Fine della Storia, amici vicini e lontani. Non ce n’è più per nessuno! Alcuni sognavano di dichiarare meno di mia zia continuando a fare i nababbi… altri coltivavano il segreto desiderio che i loro figli e nipoti leggessero il loro nome sulle antologie della scuola… altri ancora già si vedevano ospiti fissi in tv… tutti si auguravano che il loro ricordo aleggiasse nelle fantasie più appassionate o militanti o addirittura proibite… rien va plus, monsieurs e madames (onde evitare la matitina rossa del pedante di turno, mi scuso per il francese, lingua che ignoro tout court; ma insomma il senso è chiaro): dismettere i panni di scena, calare giù dal palcoscenico (o dal pagliaio), lasciare i valori a casa tranquillamente incustoditi (che tanto non serviranno a nessuno: nemmeno agli extracomunitari…), salutare con la manina e una lacrimuccia (di dispiacere o di stizza fa lo stesso…) la bella piscina nuova nuova costruita con fatica nel giardino della villetta estiva, non studiare il motto per le prossime elezioni o – da noi – per le nuove storie fasulle, perché stavolta va in scena quella vera: bye bye…

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In farmacia, alcuni giorni fa, la dottoressa mi segnalava dei pasticconi ultramoderni che hanno la funzione di tenere viva la memoria di chi li assume. Che strano…, ho commentato: a me servirebbero pasticconi per dimenticare…

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Per fortuna, però, che arriva la fine del mondo; la quale, nel periodo intercorso tra la dichiarazione (supportata da pubblicazioni che hanno fatto porci affari… a che serviranno, tutti quei soldi, dal momento che finisce tutto? Mah…) e l’arrivo della fatidica data, ha in verità già cambiato pelle: prima erano attesi tsunami, terremoti, giorni di buio assoluto, inondazioni, rovesciamento dell’asse terrestre… adesso si è passati a un più tranquillizzante “inizio di una nuova era”: però! Mica male… altro che anfibologia clericale! Questi qui sono maghi del tutto e del suo contrario (che se i poveri Maya potessero sapere come li stanno scimmiottando… scatenerebbero la fine del mondo per vendicarsi!). Ops…

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Insomma, il Sig. Sindaco ci poteva pensare: e invece non ci ha pensato. Forse tradito dalla memoria storica del suo nome di battesimo, così felicemente mediterraneo e ante Cristoforo Colombo, ha dimenticato i Maya di Mayerata…

 

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Però il mondo non finirà. Purtroppo ci aspettano l’IMU, Bersani Monti e Berlusconi, la crisi che “sta finendo” come l’estate dei Righeira, gli industriali che qui chiudono (sempre per gli scarsi guadagni che impediscono loro di pagare come si deve gli operai) ma contemporaneamente aprono in Tunisia o in Cina (miracolosamente guariti dalla crisi, ma solo là: come noto, funziona anche a livello linguistico: qui il rapporto con gli operai si chiama sfruttamento, là aiuto); poi ci aspettano i discorsi a reti unificate di fine anno, i morti per gli spari, la befana che scende dalla Torre, le castagne in piazza, le notti bianche in corso cavour, opera on opera off,  giovani e giovanissimi futuro del mondo, ascensori e parcheggi chiusi la domenica, consuete barriere architettoniche, valleverde sì valleverde no, piscina sì piscina no, palazzetto sì palazzetto no, estate a macerata anche se no està ninguno, cemento sì cemento no, supermercato sì supermercato no, Panda sì Panda no (certo, con l’accento sulla “a” sarebbe stata una faccenda chiarificatrice delle sorti cittadine: un gran “pandà”!), etc. etc.

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No: il mondo non finirà. E non cadrà nemmeno la Giunta. A me le pasticche per dimenticare!



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