“Esclusa dal mondo…
per una rampa e mezza di scale”

BARRIERE INSUPERABILI - Cristiana Di Stefano, 50enne maceratese malata di sclerosi multipla è costretta in casa dal 2007. Una carrozzina per fare le scale che costa 16.200 euro le cambierebbe la vita ma non può permettersela

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Cristiana Di Stefano

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Mickey, il cane di Cristiana Di Stefano

di Alessandra Pierini

«Un disabile ricco non avrebbe il mio problema delle scale. Per chi non ha soldi come me, non c’è speranza di poter uscire da soli»: è questa l’amara riflessione di Cristiana di Stefano, maceratese di 50 anni, dal 1988 malata di sclerosi multipla, esclusa dal mondo per una rampa e mezza di scale che per chiunque sarebbero un nulla ma per lei sono un ostacolo insormontabile. «Non posso uscire di casa da sola dal 2007, neanche fossi un delinquente agli arresti domiciliari. Un disabile ricco si compra una carrozzina montascale, nessun istituzione mi aiuta a comprarlo e lo Stato è assente. Invece posso solo pubblicare su FB la mia rassegnazione  e la mia indignazione verso uno Stato e una società che negano la libertà personale a un essere umano povero, perchè permette che gli ausili per i disabili costino quanto un’auto accessoriata e per i disabili non esistono neanche i pagamenti rateali. La carrozzina che fa e scende le scale è in vendita in farmacia  ma dove li prendo 16200 euro, in contanti fra l’altro? Lo Stato non ha nessuna considerazione dei disabili,  i politici vengono a trovarmi solo sotto elezioni, ma quando li ho cercati io nemmeno mezza risposta per mail. Costa come un’auto accessoriata, però per l’auto c’è il pagamento rateale agevolato, ci sono gli incentivi e gli sconti, per me niente. Perchè un ausilio così fondamentale e indispensabile per la libertà personale di un disabile  deve costare tanto e perchè la Asl non me lo passa con la mutua? Mi permetterebbe persino di andare da sola al supermercato».

Cristiana “sopravvive” come dice lei a Sforzacosta dal 1998, aveva i sintomi della sclerosi multipla dal 1988 ma le fu diagnosticata solo nel 1996 e nel 2001 stava malissimo: «I dottori mi hanno detto che non c’era più niente da fare. Ho cominciato a studiare da sola e ho trovato una serie di soluzioni che mi hanno permesso di disintossicarmi attraverso l’utilizzo di integratori e di particolari sostanze. Da quasi 10 anni la malattia si è fermata, sono stabile ma rimangono i danni permanenti la rigidità, l’impossibilità di camminare senza un deambulatore e la parte sinistra del corpo gravemente  offesa».
La vita per Cristiana è tutt’altro che semplice: oltre a non poter uscire da casa, se non accompagnata, presa in braccio da qualcuno e portata in macchina, anche nella sua abitazione attrezzata a sua misura le possono capitare degli inconvenienti: «Nel cestino del deambulatore tengo le mie medicine, il telefono e un cuscino perchè mi capita di cadere e non riesco a rialzarmi da sola perciò chiamo qualcuno e aspetto, a volte anche a lungo, quindi almeno mi metto un cuscino sotto la testa».
L’Azienda Sanitaria le ha ha offerto una specie di montascale mobile con una carica della durata di 3 minuti, in cambio però dovrebbe restituire il letto elettrico che per Cristiana è vitale. E’ anche in graduatoria per l’assegnazione di una casa popolare a piano terra: «Sono 101ma  – ironizza – ma sarei davvero curiosa di conoscere le 100 persone che stanno peggio di me».

Cristiana è già nonna ma non può prendersi cura del suo nipotino e, per di più, è molto preoccupata per il suo amico fedele, il cagnolino Mickey: «Il mio cane ha sedici anni, si chiama Mickey, come Mickey Mouse perchè aveva tutti i denti in fuori, ora è cieco e senza denti. L’ho adottato cucciolo, da un canile, quando una mia amica che faceva la volontaria mi ha avvertito che se nessuno lo portava via di lì, sarebbe morto sicuramente, viste le sue condizioni. Ormai è vecchio, ma è dolcissimo e mi tiene tanta compagnia. Gli apro la porta di casa ogni mattina, scende le scale, aspetta che qualcuno venga ad aprirgli il portone, poi cerca a naso di trovare il punto dove inizia il campo per non sporcare la ghiaia, fa i suoi bisogni, rientra, aspetta che richiudano il portone, perché non vuole che entrino estranei, poi risale le scale ed entra in casa. Dopodiché viene con me in cucina a prendersi il suo solito biscottino. Se fosse un cane grande e glielo avessi insegnato, sicuramente il portone lo aprirebbe da solo e invece il martedì e giovedì aspetta la fisioterapista che viene a farmi terapia a domicilio, sempre che però non ci siano imprevisti o cambi di orario e giorno, il mercoledì e il venerdì sto tranquilla perché ci pensa la mia assistente domiciliare, viene anche il lunedì solo per far uscire Mickey. Il sabato posso contare sulla mia vicina di casa e a volte anche per le emergenze. Tutte le sere e la domenica ci pensa un amico».

Per ovviare almeno a questo problema Cristiana ha provato a cercare una casa a piano terra o con ascensore on campagna e ad un prezzo accessibile ma non c’è stato niente da fare: « Purtroppo non siamo riusciti a trovarla e temo che  quello che vorrei io esiste solo nei miei sogni».



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