Oggi in Prefettura è stato sottoscritto il “il Protocollo d’intesa per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno della dipendenza da sostanze stupefacenti” . Il protocollo è il frutto del lavoro congiunto delle principali istituzioni della provincia e delle associazioni che operano nel contrasto al fenomeno giovanile della dipendenza.
Il Tavolo interistituzionale da cui si è costituito il Comitato “Uniti contro le Droghe”, condiviso l’allarme sociale legato al fenomeno stesso ed avviando una capillare campagna d’informazione e formazione diretta ai giovani, agli insegnanti e alle famiglie, ha portato a compimento un documento che rappresenta la particolare attenzione riservata dagli organi competenti alle esigenze ed alle preoccupazioni nate dal costante aumento dell’uso delle sostanze stupefacenti soprattutto dei giovani, con conseguenze pesanti sulla salute e sulla personalità degli stessi che compromettono il sereno ed equilibrato futuro di ogni adolescente.
Il Prefetto ha aperto la riunione ringraziando tutti coloro che hanno reso possibile, con il loro impegno, la realizzazione del Protocollo, tra cui anche la Regione Marche, ed insieme tutti coloro che offrono la loro collaborazione a contrastare il fenomeno della dipendenza dalle sostanze stupefacenti, auspicando che il programma realizzato possa essere un valido strumento di supporto alle istituzioni , agli operatori sanitari, agli enti locali ed alle famiglie di questo territorio. Presenti all’incontro l’Assessore Monteverde del Comune di Macerata, l’Assessore Lippi della Provincia di Macerata, l’Assessore Sglavo del Comune di Civitanova Marche, il Questore di Macerata, il Comandante provinciale dei Carabinieri, il Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco, i rappresentanti della Procura della Repubblica di Macerata, della Guardia di Finanza, dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Civitanova Marche, dell’Ufficio scolastico Regionale delle Marche- Ambito di Macerata, dell’Asur Area Vasta 3 Dipartimenti Dipendenze Patologiche di Macerata-Camerino e di Civitanova Marche, della Cooperativa Sociale P.A.R.S., dell’Associazione GLATAD onlus, dell’Associazione di volontariato “La Rondinella”, “Con Nicola oltre il deserto di indifferenza”, “PARSIFAL”, Cooperativa Sociale “BERTA 80” Cooperativa Sociale Pars “PIO CAROSI”.
Il protocollo consentirà di intraprendere interventi capillari ed incisivi attraverso azioni coordinate e di lunga durata, di formazione, di sensibilizzazione e di collaborazione con il coinvolgimento partecipato di tutti gli organismi coinvolti, tra cui anche le associazioni culturali, sportive e giovanili vista la multidisciplinarietà e la complessità del fenomeno droga. Ogni ente od istituzione potrà attivare le sinergie previste nel medesimo Protocollo e beneficiare del contributo dell’intero Comitato per la migliore e sicura efficacia di ogni azione volta a contrastare il fenomeno della dipendenza .
L’auspicio di tutti i promotori e degli aderenti è quello della condivisa analisi delle problematiche e della azione mirata e convergente di tutte le componenti istituzionali ed associative al fine di attenuare il disagio sociale e familiare unendo risorse, obiettivi e risultati.
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la mafia ringrazia 😀
Spero che Martin non abbia ragione. Spero invece in all’interno di questo protocollo venga data più voce a chi opera volontariamente e con il cuore rispetto a chi viene pagato e vive di queste situazioni di disagio.
Meglio tardi che mai. Pure se i buoi sono ormai scappati dalla stalle e ingenti somme di denaro sporco sono state messe in circolo, investendole in varie attività, per primo quelle immobiliari, qualcosa si potrebbe fare di concreto per bloccare le centrali del crimine e il loro sviluppo piramidale.
Primo: creare degli autentici campi di concentramento ove ospitare i capi mafia, i soldati della mafia, le loro famiglie, i cavalli, gli amici collusi, i politici collusi, i riciclatori di soldi e gli imprenditori collusi.
Secondo: obbligare al ricovero coatto dei drogati (e degli alcolizzati) nelle comunità di recupero.
O si usa il taglio chirurgico al posto del cataplasma, oppure ci dovremo tenere questo cancro con i suoi problemi e i suoi morti. E tutto continuerebbe a chiacchiere sulle buone intenzioni, come è avvenuto fino ad oggi, con i criminali che se la ridono.