Cittadini in piazza contro l’inceneritore
“Il Cosmari ci ha sempre preso in giro”

I residenti nelle zone più vicine all'impianto di smaltimento dei rifiuti temono la riapertura della linea d'incenerimento. Sotto accusa la vetustà dell'impianto, realizzato negli anni '70 e aperto nel 1991. Si teme che con la cancellazione della provincia di Macerata i rifiuti della poco virtuosa provincia di Ascoli possano essere inceneriti a Sforzacosta.Sit-in di oltre un'ora anche sulla strada, disagi per il traffico
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La petizione contro la riapertura dell’inceneritore sarà consegnata il 7 novembre in Provincia

 

di Filippo Ciccarelli

Hanno raccolto quasi 200 firme in poco più di un’ora i responsabili della Nuova Salvambiente, associazione che si batte per la tutela dei cittadini residenti vicino all’impianto del Cosmari. Una petizione per ribadire ancora una volta il no alla riapertura dell’inceneritore, chiuso a fine dicembre 2011 dopo che i rilevamenti dell’Arpam hanno acclarato il ripetuto sforamento di diossina e furani prodotti dal camino dell’impianto stesso, superiori di 8 volte ai limiti di legge (0.886 nanogrammi per metro cubo d’aria contro un massimo consentito di 0.1). Volantini, striscioni e partecipazione hanno animato la manifestazione che si è tenuta ai giardinetti di Sforzacosta, nei pressi dell’ufficio postale, poco dopo le ore 15.
“Porteremo le firme all’incontro che avremo martedì prossimo con la Provincia” spiega Sandro Bisonni, uno dei responsabili dell’associazione “il Cosmari ha un impianto obsoleto, la cui costruzione è iniziata nel 1978 e che è stato acceso nel 1991. Adesso vorrebbero farci credere che, con il nuovo filtro da 350mila euro, le cose

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L’incontro si è tenuto ai giardinetti di Sforzacosta

miglioreranno. Ma in tutti questi anni non hanno speso per ammodernare, nel 2010 ci sono state 19 fermate dell’inceneritore e solo una per manutenzione programmata .Inoltre la turbina che produce l’energia elettrica per far funzionare l’impianto è stata ferma per tutto l’anno, dopo che si era rotta. E nel 2011 gli stop sono aumentati, 23 fermate, quasi due ogni mese; la verità è che ci hanno sempre preso in giro”.  Non è solo la puzza – che è una questione diversa dall’incenerimento – ad infastidire i residenti. E’ soprattutto la preoccupazione per la salute pubblica, in particolare degli individui più esposti ai rischi, come i bambini. Per questo motivo l’associazione Nuova Salvambiente ha invitato le donne primipare che allattano a fornire 100 ml del proprio latte per permetterne le analisi, in modo da verificare l’eventuale presenza di agenti tossici che potrebbe essere correlata all’inquinamento della zona. “Abbiamo molti rilievi da fare alla Provincia nell’incontro di martedì, visto che subito dopo l’Ente deciderà se concedere l’autorizzazione di impatto ambientale” sottolinea Bisonni “ad esempio, perché questa non è stata ritirata quando il Cosmari ha installato con ritardo il contatore geyger, per verificare l’eventuale radioattività dei rifiuti, nonostante la stessa Provincia

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Sandro Bisonni

avesse dato delle scadenze precise?”.

Anche il consigliere comunale Marco Menchi (Pd) ha preso la parola durante l’incontro pubblico: “Io non credo assolutamente che con i nuovi filtri risolveranno il problema della diossina. La verità è che nessuno dei politici vuole mai parlare dell’argomento Cosmari, perché è come toccare la merda (testuale, ndr), è qualcosa di cui è meglio non parlare. Ma i residenti toccati da questo problema sono 10mila. Bisogna unirci tutti insieme ed arrabbiarci, da soli non ci ascoltano, ma gli abitanti di Sforzacosta, Casette Verdini, Colbuccaro e tutti gli altri sono tanti. A maggio ho documentato con foto (guarda le immagini) la situazione nell’impianto, c’era una puzza incredibile, qualsiasi stalla è tenuta meglio di quei capannoni con le porte rotte”. Il consigliere ha raccolto applausi e mugugni: qualcuno dei cittadini, infatti, gli ha chiesto cosa abbia fatto lui in Consiglio comunale per risolvere la situazione. Un altro residente di Sforzacosta se la prende con Macerata “Sparvoli (il Presidente del Cosmari, ndr) ha detto che se arriviamo all’80% di differenziata l’inceneritore si chiude. E’ grazie al Comune di Macerata che non fa la raccolta che ce lo dobbiamo tenere!”.

E proprio la raccolta differenziata è il grande spauracchio dei residenti, che potrebbero vivere sulla propria pelle il primo effetto della cancellazione della Provincia di Macerata. L’ipotesi che l’inceneritore possa venire riacceso per smaltire i rifiuti della nuova sitin-cosmari-sforzacosta-11maxiprovincia maceratese, fermana e ascolana è confortata dai pessimi risultati di raccolta differenziata ottenuti nel Piceno. Ascoli è infatti l’unica provincia delle Marche a non essere stata premiata come “riciclona”, ed il miglior comune ascolano, Offida, con il 54% di differenziata è un altro pianeta rispetto a realtà come Montecassiano e Pollenza, che veleggiano con l’83% di differenziata (leggi l’articolo). Qualche cittadino ha anche chiesto se il Cosmari bruciasse anche rifiuti provenienti al di fuori dei confini provinciali. E se Bisonni ha detto di non poter rispondere, una voce dal coro ha sentenziato: “Certo, quando viene li camionisti da Napoli che chiede do’ sta lu Cosmari, stai tranquillo che non je porta solo lì cocomeri!”.
Emanuele Acciarresi e Antonio Gismondi, rispettivamente membro del direttivo e presidente della Nuova Salvambiente chiedono efficienza: “Il Cosmari deve funzionare, non deve incenerire. Bruciare i rifiuti è anacronistico, anche perché trattano solo il 10% dei rifiuti  prodotti in provincia”. Tra i cittadini presenti il secco “no” alla linea d’incenerimento del Cosmari si è confermato anche sitin-cosmari-sforzacosta-1per quel che riguarda le centrali a biogas, su cui si dibatterà a Corridonia il prossimo 7 novembre con un incontro al cineteatro Lanzi, con inizio previsto alle ore 21.15.
Poco prima delle 17, qualche minuto dopo lo scioglimento della manifestazione, una quarantina di manifestanti hanno spostato il sit in lungo la Nazionale, attraversando alcune volte sulle strisce pedonali e rallentando il traffico. Alcuni dei presenti indossavano mascherine antismog: sono stati esposti striscioni contro l’inceneritore ed un cartello che denunciava i veleni del Cosmari: la protesta è continuata per oltre un’ora

(foto Cronache Maceratesi, vietata la riproduzione)

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