di Alessandra Pierini
‘Il gioco delle tre carte non è nel dna di questo Governo e sarebbe bene che nessuno lo praticasse, senza ancora aver letto il testo”. Lo dichiara, in una nota, il ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, Filippo Patroni Griffi, in risposta al vice Presidente Vicario dell’Upi, Antonio Saitta. Ora il decreto sul riordino delle Province, approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri non sarà esattamente il gioco delle tre carte ma di sicuro non è neanche il risultato di un percorso scientifico di analisi e approfondimento. In effetti, se così fosse, i tecnici del nostro Governo si sarebbero certamente accorti che i livelli di “spending” sono notevolmente più alti nelle Regioni e soprattutto in Parlamento dove da tagliare ce ne sarebbe un bel po’, ad averne voglia.
Il Governo, però, ha scelto le Province e, dopo aver invitato alla partecipazione Regioni e Cal che hanno tenuto impegnati per mesi con riunioni e contro riunioni che, evitate, avrebbero già dato un bel contributo allo spending review, le ha ridotte da 81 a 35 e tra queste non c’è Macerata che è stata accorpata ad Ascoli e Fermo (leggi l’articolo).
L’attenzione, poi, è destinata a spostarsi su Prefetture e Questure, fondamentali presidi ed essenziali barricate, specie nel nostro territorio, contro il crimine e la criminalità organizzata e via via sulle motorizzazioni civili, le capitanerie di porto, le sovrintendenze dei Beni culturali, i provveditorati alle opere pubbliche, gli uffici scolastici e i presidi provinciali del controllo sul territorio.
In tutta Italia, il provvedimento di riordino voluto dal governo Monti, più di un’ imposizione fiscale e più di qualsiasi altra scelta governativa ha scatenato la rivolta. Il sindaco di Prato Roberto Cenni (Pdl), per protesta, ha convocato una conferenza stampa seduto su un water mentre il sindaco di Chieti Umberto Di Primio aveva avviato lo sciopero della fame, poi interrotto.
Romano Carancini, sindaco di Macerata grida all’attentato costituzionale attraverso una nota pubblicata sulla sua bacheca facebook: «Approvare il riordino delle province attraverso un decreto legge è un “attentato” alla Costituzione della nostra Repubblica. Per il nostro territorio maceratese vuol dire frantumare una comunità costituitasi oltre 150 anni fa e umiliare la provincia marchigiana che ha fatto il Risorgimento. Vorrà dire anche l’inizio di un declino contro il quale dobbiamo continuare a resistere, in particolare per Macerata che subirà i maggiori effetti negativi: si prepara la chiusura dei più importanti uffici pubblici che vorrà dire impoverimento economico e culturale. Vedrete che le nostre Università saranno inevitabilmente oggetto dell’attenzione del “nostro” capoluogo di provincia Ascoli Piceno. Per questo dovremo ringraziare un ministro della Repubblica che pur di “attaccarsi” la medaglia della controriforma delle province non ha esitato a provocare un conflitto tra comunità. E non venga a raccontare di risparmi che non ci saranno o di caste inesistenti che invece sono altrove ma che lui ed il suo governo non hanno saputo abbattere. Macerata con tutta la provincia deve continuare a resistere contro un atto autoritario, contro la Costituzione: occorre muoverci ed in particolare i nostri parlamentari e tutte le istituzioni con loro prima della conversione in legge di uno sciagurato atto che spezzerà ingiustificatamente la nostra Terra. Ci sono due nemici particolarmente insidiosi: la rassegnazione e il fingere di occuparsene. Proviamo insieme a difendere la nostra dignità ed i nostri valori costruiti con fatica e sacrifici dai nostri vecchi per trasmetterla ai nostri giovani».
Critica aspramente il provvedimento governativo il deputato del Pd Mario Cavallaro: «La decisione del governo è intempestiva ed errata in quanto collide con la volontà convergente della Regione e del Cal, determina inutili gravi, problemi alla governance economica e territoriale delle Marche e crea ulteriori disagi in un momento in cui ci aspetteremmo dal Governo una ben più consistente iniziativa per sostenere l’economia dei territori. Pur accogliendo almeno la proposta a suo tempo formulata dal sottoscritto di un’individuazione dialettica del capoluogo, il decreto, se approvato, nel testo, di cui siamo ora informati, aprirà una lunga fase di riordino dei servizi locali e delle istituzioni territoriali che è l’esatto contrario di quanto ora occorre per consentire non solo alle Marche una ripresa economica. Il diffuso disappunto, trasversale tra tutte le forze politiche per l’iniziativa governativa rende necessario verificare quale ne sarà l’iter parlamentare fin d’ora con il nostro auspicio che almeno in quei pochissimi casi in cui si somma il rispetto sostanziale dei parametri governativi con la volontà della Regione si possa ottenere una modifica del provvedimento.
Moreno Pieroni, Capogruppo PSI del Consiglio Regionale delle Marche annuncia che il suo partito farà il possibile per appianare gli ostacoli burocratiche che si presenteranno lungo l’iter dei Comuni:
«Quella che si è avviata ieri con la decisione definitiva dal Governo sulle Provincie è, comunque la si voglia giudicare, una fase nuova. Si tratta di una riforma istituzionale, forse l’unica di questo Governo, che avrà conseguenze dirette sulla vita dei cittadini. Per tale motivo il sottoscritto ed i socialisti delle Marche intendono ribadire, pubblicamente e con chiarezza, i punti principali che ispireranno i loro comportamenti, politici ed istituzionali, in materia: 1) Quello da me espresso in Consiglio Regionale è stato un voto per “solidarietà di maggioranza” convinto, però, come ho chiaramente detto anche nel mio intervento in Aula, che lo stesso non avrebbe modificato l’orientamento del Governo nazionale e così è stato. L’attuazione praticamente immediata (Gennaio 2013) di tale normativa impone ora, a tutti, di prendere atto della realtà e di iniziare a costruire fin da subito il nuovo assetto, territoriale ed istituzionale, della Regione Marche nell’esclusivo interesse di tutti i suoi cittadini. 2) Occorre attivarsi, e noi lo faremo, affinchè tutte le nuove Province abbiano un ruolo importante, nell’ambito delle loro competenze, all’interno della Regione e, sulla base delle necessità delle stesse e dei rispettivi abitanti, debbono essere rimodulati i principali strumenti di Programmazione Regionale e di erogazione dei servizi ai cittadini (Sanità, Trasporti, ecc.). 3) Per questo ci opporremo agli accordi sottobanco, ai “balletti” ed “inciuci” che sembrano profilarsi per la scelta della città capoluogo della nuova provincia. Nel momento in cui dovessero avvenire lo diremo pubblicamente per far affermare, invece, criteri oggettivi che debbono, innanzitutto, tener conto degli interessi, complessivi ed equilibrati, di tutti i cittadini della nuova Provincia Macerata – Fermo – Ascoli. 4) Saremo ugualmente attivi, personalmente e come Partito Socialista, nel dar voce ai cittadini ed alle comunità, confinanti con la Provincia di Ancona, che intendono, nel nuovo assetto, passare con la stessa. Invitiamo anzi, da subito, i Comuni interessati ad attivare tutte le procedure necessarie in tale direzione, atte, cioè, a rimuovere ogni ostacolo meramente burocratico. Vanno, liberamente, valorizzate le reali affinità non solo geografiche ma anche storico-culturali, economiche e sociali».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
…tranquilli…vi ha dato tutto il 2013…per spartirvi le poltrone….
Altro che attentato alla costituzione… senza numeri si va a casa SINDACO!!!!!!!!!!
Caro Mario dovevate intervenire quando venivano stabiliti i criteri: superficie e abitanti.
L’unica cosa che potete fare e’ dimettervi perché la fiducia al governo l’avete data voi e se non vi dimettete almeno state zitti, fate piu bella figura!
Mi dispiace che una persona che ritenevo ragionevole come il sindaco Carancini abbia utilizzato nel suo intervento frasi da “barricadero” con le quali almeno personalmente ma credo molti altri non si riconoscono
“atto autoritario contro la costituzione” “atto sciagurato che spezzerà (addirittura !!) la nostra terra”, ” difendere la nostra dignità ed i valori costruiti dai nostri vecchi con i sacrifici e la fatica…”
ma di cosa stiamo parlando ?? forse stiamo parlando di quell’italia che ha cercato di costruirsi un futuro puntando sul lavoro ? Dell’italia che non pretendeva più di quello che si era guadagnata onestamente ? questi sono i valori che vanno difesi e che meritano tanto impegno e tanto furore ed hanno ben poco a che fare (direi nulla) con i confini di una circoscrizione amministrativa.
@ Mario Jesari
E che dire dell’affermazione retorica “… umiliare la provincia marchigiana che ha fatto il Risorgimento”? Tra l’altro il museo del Risorgimento è in stato di abbandono da tempo immemorabile.
Stanno giocando a chi la spara più grossa???
L’unico attentato qui mi sembra all’intelligenza dei maceratesi…
Quali sarebbero gli importanti uffici pubblici che verranno chiusi???
E come potrebbe Ascoli scipparci l’Università??
Ridicoliiiiiiii. Ha ragione Iesari. Ma di che cosa parlano?
Dimenticavo che in Parlamento siamo rappresentati da due noti Senatori, Cavallaro del centro sinistra e Saltamartini di centro destra, entrambi facenti parte della maggioranza che appoggia il Governo Monti, oggi tanto avversato dagli stessi. Ma fino ad oggi,costoro, dove stavano? Forse dormivano sui banchi del Parlamento? Che belle figuracce questi nostri parlamentari !!!!!
NON VOTATE IL 5 STELLE MACERATA
NON VOTATE IL 5 STELLE MACERATA
NON VOTATE IL 5 STELLE MACERATA
NON VOTATE IL 5 STELLE MACERATA
NON VOTATE IL 5 STELLE MACERATA
NON VOTATE IL 5 STELLE MACERATA
NON VOTATE IL 5 STELLE MACERATA
[OFF TOPIC]
Stamane mi telefona una tizia che dice di essere iscritta al 5 stelle Macerata e che non conosco, nel mio numero di telefono privato che non so come abbia trovato, ed era infuriata in riferimento al post da me scritto contro il 5 stelle Macerata:
https://www.cronachemaceratesi.it/2012/10/30/bocciata-la-manovra-salva-bilancio-la-giunta-carancini-rischia-di-affondare/252914/
La tizia mi intima a non scrivere più contro il 5 stelle Macerata e mi invita a informarmi su cosa si può e non si può scrivere in un post neanche fosse la garante dell’informazione.
IO CMQ NON SONO PIU’ ISCRITTO AL MOVIMENTO E L’HO INTIMATA A NON DISTURBARMI PIU’ IN QUANTO LO RITENGO UN ATTEGGIAMENTO MOLESTO E MI RIVOLGERO’ A CHI DI COMPETENZA E ARRIVEDERCI.
QUI SOPRA VOLEVO FARLE SAPERE CHE HO CAPITO LA QUESTIONE, GRAZIE!
Errata corrige: intendevo citare il Sen. Saltamartini come Sindaco del Comune di Cingoli, ma poco cambia.
Abbiate pietà !!! Adesso ci si mette anche il 5 Stelle a Macerata ? Ma dove sta il Movimento 5 Stelle oltretutto: si è presentato alla cittadinanza, chi lo rappresenta ?
Anche se ve lo dico prima, a me non piace. Non piace la dittatura.
Quella travestita da democrazia, in special modo.
Grillo fa buone analisi politiche, ma poi si perde nel metodo e nella sostanza. E’ tutto marketing.
Dopo averlo osservato a lungo e dopo l’ultima sparata contro una delle sue rappresentanti a Ballarò, ho deciso che non mi interessa.
Non fa per me.
Bene ha fattio il presidente delal proivncia di Fermo, Cesetti, che ha visto giusto! Ora avanti con la strategia politica, allargando l’orizzonte delle alleanze, perché con la riformulazione dell’art. 3 del nuovo decreto governativo, che lascia la facoltà agli ex comuni capoluogo di decidere a maggioranza la sede del capoluogo – una bella e grossa novità – Fermo ha più probabilità di diventare capoluogo di Ascoli, più conveniente anche per Macerata e la sua provincia specie a nord, oltre che addirittura allo stesso centro piceno, grazie proprio alla posizione geografica centrale baricentrica della nostra provincia, che potrebbe fungere da snodo tra opposte pulsioni di campanile. In ogni caso cercando un raccordo con Macerata, si evita lo strapotere ascolano e la sciagura di un capoluogo decentratissimo. L’alternativa più conveniente per il Fermano è proprio Macerata, che sarebbe il male minore, e non sicuramente Ascoli. E’ ora d’iniziare a parlare seriamente e concretamente con i nostri cugini, affini e vicini maceratesi, per non ritrovarsi un capoluogo provinciale in Abruzzo, qualora non sia Fermo la scelta più indicata dagli altri, anche perchè ciò comporterebbe un ritorno al passato, inviso al Fermano. Serve ed urge un autoriconoscimento reciproco tra Macerata e Fermo, con cui la prima gradisca, in alternativa a se stessa, come capoluogo Fermo, e non Ascoli, e non è difficile prevedere che sia così, perché altrimenti Macerata rischierebbe di perdere i comuni di Recanati e Porto Recanati, che hanno detto chiaro e tondo che è preferibile per essi Ancona ad Ascoli, e la seconda, cioè Fermo, riconosca nel contempo la convenienza e la rilevanza del capoluogo a Macerata, nel caso in cui non sia essa stessa la sede capoluogo della nuova provincia. Si aprono insomma scenari nuovi, impensabili fino all’altro ieri, ed il ruolo di Fermo è divenuto importante, se non persino determinante.
L’art. 3 del nuovo decreto del governo, che rivisita e riscrive a fondo il precedente, è molto differente dal primo, non prevedendo più automaticamente il capoluogo della nuova super-provincia nel comune già capoluogo di provincia più popoloso, come sarebbe Ascoli, per pochissime migliaia di abitanti in più di Macerata o di Fermo. Infatti consente un diverso accordo, anche a maggioranza, tra i medesimi comuni. Vale a dire che Fermo e Macerata possono accordarsi per indicare comunemente e concordemente come capoluogo sia Fermo che Macerata, in luogo di Ascoli, non conveniente né all’uno né altro dei due ex capoluoghi odierni. Il dato è assolutamente una novità rivoluzionaria, è comunque non è di poco conto. Perciò non tutte le speranze sono ancora perdute, a quanto sembra: l’articolo 3, darebbe ancora la possibilità a Macerata o Fermo di essere il comune capoluogo della nuova macro-provincia. Infatti vi si dice che “diviene capoluogo di provincia il comune, tra quelli già capoluogo di provincia, avente maggior popolazione residente, salvo il caso di diverso accordo, anche a maggioranza, tra i medesimi comuni”. Quindi con un accordo a maggioranza, 2 su 3 dunque, fra i tre ex capoluoghi delle province soppresse, ed io penso a Macerata e Fermo ovviamente, ci si potrebbe accordare che il capoluogo non sia per forza Ascoli, ma per esempio una delle altre due città, Macerata o Fermo, che dovrebbero pertanto sin d’ora cominciare a stringere i rapporti al riguardo, concordando magari che una prenda il capoluogo e sia sede di tutti gli uffici politici della nuova provincia, come prescrive il nuovo decreto dell’esecutivo, e l’altra mantenga un numero maggiore di uffici perfierici statali, regionali e provinciali, che dovrebbero essere trasferiti, garantendo comunque equamente servizi a tutti i cittadini del nuove Ente, Ascoli compresa. Art. 3 (Comune capoluogo e denominazione delle province) 1. In esito al riordino di cui all’articolo 2, nelle province istituite ai sensi della lettera a) del comma 1 del predetto articolo 2 assume il ruolo di comune capoluogo il comune capoluogo di regione nel caso in cui questo coincide con uno dei comuni già capoluogo di una delle province oggetto di riordino; negli altri casi diviene capoluogo di provincia il comune, tra quelli già capoluogo di provincia, avente maggior popolazione residente, salvo il caso di diverso accordo, anche a maggioranza, tra i medesimi comuni. Credo che convenga sia a Macerata che ad Ascoli il capoluogo della nuova provincia a Fermo, centrale geograficamente ed in posizione baricentrica fra gli altri due, per cui sarebbe una sede vantaggiosa per gl’impegni politici ed amministrativi ufficiali sia del Presidente che dei sedici consiglieri della mega-provincia, proprio perché intermedia. La suddivisione degli uffici periferici statali, a livello di direzione provinciale potrebbero trovare allocazione per il 40-45% a Macerata, provincia più estesa e popolata delle tre accoprpande, il 30-35% ad Ascoli, ed il 20-25% a Fermo, perchè avrebbe la sede del capoluogo, o rapporto inverso in casi di capoluogo ad Ascoli ( 45% MC, 35% FM e 20% AP), od ancora diverso se capoluogo a Macerata (35% MC, 30-35% AP e 30% FM). E’ chiaro che le direzioni provinciali degli uffici statali, che siano dislocate a Macerata, a Fermo o ad Ascoli, dovranno avere tutte uffici decentrati per erogare gli stessi servizi agli altri centri, sia ai cittadini maceratesi, sia ai fermani che agli ascolani. Il capoluogo a Fermo, molto più vicina di Ascoli – periferica, decentrata e lontanissima – a Macerata e ad i suoi comuni della parte settentrionale impedirebbe giustamente la fuga di questì ultimi verso Ancona, fatto che sarebbe iniquo ed inaccettabile per Macerata.
@Leoni
il suo ragionamento e’ giusto ma come potranno le due citta’ trovare un accordo? significa che una delle due dovra’ riconoscere l’altra come capoluogo. ad oggimi sembra improbabile
L’accordo Fermo-Macerata, sarà necessario in ogni caso, ed a maggior ragione, tanto da divenire urgente, se fra una settimana la Corte costituzionale non dovesse dichiarare illegittima ed abrogare, eventualità cui non credo, la legge di riordino delle province. Se non si arriverà ad un’intesa, il capoluogo sarà Ascoli, inevitabilmente. A pensare che la provincia di Fermo-Macerata, da sole, senza quella di Ascoli, avrebbe oltre mezzo milione di abitanti (per l’esattezza 505.000), ed un’estensione superficiale di ben 3.634 Kmq, una provincia di tutto rispetto e con i paramteri minimi di legge più che in ordine. L’aggiunta di quella di Ascoli porta alla conseguenza illogica od irrazionale, che ben mezzo milione di persone si ritroveranno il capoluogo praticamente in terra d’Abruzzo, e lo dico con tutto rispetto per gli abruzzesi, per segnalare la posizione infelicisisma e del tutto decentrata di Ascoli, ai margini del nuovo Ente, contro gli appena duecentomila ascolani che al contrario si dovrebbero spostare a Fermo, od anche a Macerata. Non è una differenza da poco! il nuovo art. 3 del decreto che prescrive: “gli organi delle province hanno sede esclusivamente nel comune capoluogo di provincia e non possono essere istituite sedi decentrate”, obbliga il Presidente della provincia ed i sedici consiglieri provinciali, eletti indirettamente fra quelli comunali, ad avere una sola sede, per la Presidenza ed il Consiglio, in cui bisogna allocare anche tutto il personale dipendente, di segreteria, rappresentanza e funzionamento degli uffici per le pochissime materie ormai di competenza provinciale. Poiché l’organizzazione degli uffici provinciali comprenderà rappresentanti del territorio e naturalmente personale di tutt’e tre le aree, una buona idea di equa soluzione del problema, sarebbe dislocare la sede della provincia a Fermo, più vicina per ascolani e maceratesi.
Mentre per gli uffici periferici statali e la loro presenza sul territorio, l’art. 4 prevede che “in relazione alla procedura di riordino, ai fini di una funzionale allocazione degli uffici periferici delle amministrazioni statali, lo Stato promuove forme di consultazione e raccordo con gli enti locali interessati.»
Riguardo a questi ultimi, non certo secondari, ma più importanti di quelli provinciali, Macerata potrebbe avere la prevalenza, anche perché gli uffici statali collocati a Macerata, sarebbero maggioremente fruibili pure dai fermani, data la vicinanza tra le due città, rispetto al centro piceno meridionale. O la Consulta cancella tutto, e si resta a cinque province nelle Marche, con buona pace per tutti, o sarà necessario ed urgente, ripeto, che Fermo e Macerata cooperino strettamente, se non vogliono veder finire tutto o quasi ad Ascoli.
Dunque hanno soppresso la provincia di Macerata. Ma quale provincia hanno soppresso?
Leggo di identità culturale, territoriale, senso di appartenenza, orgoglio delle origini e delle radici storiche, risorgimentali e quant’altro. Pensate davvero che tutto questo possa essere soppresso da un decreto legge?
Io, per chi mi conosce, sono forse la persona meno indicata per una tale rivendicazione, essendo un inguaribile individualista e tutte le cose che ho citato, in verità, mi appartengono solo in minima parte. Parafrasando il grande Gaber direi “io non mi sento maceratese, ma per fortuna o purtroppo lo sono”.
Ma chi si riconosce in tali valori (sic!), che cosa ha da temere? Un’emozione, uno stato d’animo, un sentimento non si sopprime per legge. Da questo punto di vista rimarremo quello che siamo. Resteremo nell’immaginario collettivo con la nostra identità che, così spesso, sfocia nello stereotipo. Non vi preoccupate, quando, ad esempio nei film della commedia all’italiana vorranno indicare un luogo insignificante e rozzo, continueranno a citare Macerata e/o il suo dialetto.
Quello che hanno soppresso è l’amministrazione provinciale che è cosa del tutto diversa e rispetto alla quale, in quanto a disaffezione, mi sento molto più in compagnia, assodato il fatto che alle ultime elezioni sono andati a votare il 56% al primo turno e il 49% al secondo.
Del resto, come dar torto agli astenuti, visto che eravamo chiamati a scegliere tra l’ex presidente e l’ex vicepresidente dell’amministrazione precedente? Davvero dovremmo avere nostalgia di questo spettacolo indegno?
Sono d’accordo con chi sostiene che le province avrebbero dovuto essere abolite e non riordinate e non solo, non tanto, per una questione di spending review, mi pare di capire che il risparmio, in realtà, è irrisorio, rispetto alla voragine del debito pubblico. Il motivo della soppressione totale riguarda maggiormente il togliere di mezzo una straordinaria fonte di clientelismo nel quale i partiti sguazzano allegramente, alla ricerca di (aspetta com’è che lo chiamano? Ah sì) “consenso”. Un consenso estorto al cittadino diventato suddito di un potere gestito pro domo sua da tutti gli attori che, con la scusa di una inutile ed inefficace amministrazione, si arricchiscono di un potere che, a chiamarlo democratico è come dire che Totò Riina è un boy scout.
Siate dunque allegri, cari concittadini, o dovrei dire coprovinciali, ci siamo sbarazzati di un carrozzone, non tanto inutile, quanto dannoso e, se proprio volete, continuate a sentirvi e chiamarvi maceratesi: la provincia di Macerata, come espressione geografica, non ve la toglie nessuno.
Macerata provincia di: nessuno.
dci hanno scippato la caserma dell aeronautica e si è visto quanto danno ha causato all’economia maceratese hanno chiuso la banca d’italia,hanno i chiuso i grandi magazzini nazionali come l’upim e la standa e si è visto il centro storico morire completamente.ci stanno togliendo la provincia e il capoluogo,l’unico motivo di identità di tutti i maceratesi veri,non di quelli che invece godono per questo ennesimo furto alla comunità maceratese tutta.
tutto questo lo dobbiamo all’indifferenza e l’incapacità dei politici maceratesi al sindaco carancini a pettinari e a tutti gli altri politici maceratesi che siedono a roma,i quali invece di difendere con le unghie e con i denti questa nostra secolare identità si preoccupano solo a tenersi strette le loro poltrone e i loro vitalizi.
grazie sindaco grazie pettinari grazie a tutti per questo scempio immane, per aver avallato la morte della provincia di macerata.da parte nostra non andremo piu a votare nessuna elezione ne politica ne regionale grazie a tutti
Caro Armata, non ne hai azzeccata una. Contro le chiusure di cui parli tu non avrebbe potuto fare nulla nemmeno Gesù Bambino. Inoltre i Politici locali sono gli unici che si sono dati da fare (a torto) per mantenere la Provincia di Macerata, proprio per mantenersi l’opportunità di qualche poltrona.
Macerata ha vissuto di rendita per decenni ed è ora che si dia da fare invece di cercare di conservare un “titolo” che ormai non ha più senso.
Macerata nobile decaduta è ora che si metta a lavorare sul serio.
L’unica cosa sulla quale sono d’accordo è che i Politici maceratesi sono da sostituire in toto.
BRAVO PAOLOOOOOOOOOOOOOO!!!!!
“Perchè nel sonno di morte quali sogni intervengano a noi sciolti da questo viluppo è pensiero che deve arrestarci” (Shakespeare, Amleto, “Essere, non essere, questo è il problema“).
Il dubbio amletico degli amministratori comunali, provinciali, regionali e nazionali della Casta politica è oggi se il “popolo bove” maceratese rimarrà un gregge in apatia, come lo è stato dalla Liberazione ad oggi, a godere di rendita grazie alla DC, PCI, PSI, PRI, eccetera, ed oggi grazie al PD, UDC, eccetera, oppure si incazzerà, diventando un “branco” incontrollabile.
Mi diceva una ex-MSI, oggi di Destra, che non vorrebbe più votare. Che di Beppe Grillo non si fida, ma… che voterà il Movimento 5 Stelle per… VENDETTA.
Ieri, 4 persone di una famiglia di artigiani da sempre comunista e poi PD, hanno detto la stessa cosa, aggiungendo che il Movimento 5 Stelle sta evitando alla gente di prendere il mitra (sì, proprio il mitra, così ha detto la moglie, ma in casa hanno 5 fucili da caccia, di cui 2 da cinque colpi a ripetizione) per fare fuori questi politici magnaccia. Che, però, ancora non hanno capito – beati loro – di essere su di una polveriera con la miccia accesa.
Infatti, ho letto che il consigliere regionale Sara Giannini vorrebbe candidarsi al Parlamento nazionale. E che caxxo! Una che ci ha regalato le centrali Biogas vuole andare a Roma per fare altri scherzi da “pretonzolo” catto-comunista?
Non andare a votare sarebbe da fessi. Mi hanno spiegato che anche con una manciata di voti i magnaccia politici andrebbero comunque alla tavola imbandita.
L’unica strada – ed è ciò che fa venire a tutta la “Banda della Mangiata” l’orticaria – sarebbe quella di spedire un po’ di commensali a casa votando il Movimento 5 Stelle. Di cui non si sa nulla.
Ed è proprio questa la sua carta vincente. Infatti, non appena qualcuno di questi Attivisti di 5 Stelle tenta di dibattere con i marpioni responsabili del disastro nazionale, regionale, provinciale e locale, facendo l’educato, come è capitato a Ballarò , martedì 30 ottobre, con la educata educanda “grillina” Federica Salsi, dà l’idea che il M5S sia diverso dal Grillo Parlante incazzato che tuona sulle piazze e quindi ci si possa mettere d’accordo pure con i “grillini“…
La Federica Salsi avrebbe dovuto mandare all’aria gli accordi con il conduttore Giovanni Floris, e, guardando nelle palle degli occhi i vari politici seduti sulle poltrone a discettare sul passato e sul futuro, avrebbe dovuto dire: “Io, questa banda di magnaccia che hanno distrutto l’Italia e il popolo italiano non voglio neanche ascoltarli!“. Poi alzarsi e andare via.
L’APPLAUSO DELL’ITALIA INTERA, SALVO QUELLA CHE MANGIA, SAREBBE STATO SENTITO FIN NELLO STUDIO DI BALLARO’...
@Giorgio Rapanelli
Davvero, troppi neretti e troppe maiuscole per i miei gusti, altro che Shakespeare 🙂
ma fatevela finita di lamentarvi è ora che anche voi politici cominciate ad andare in cassa integrazione o ad essere licenziati come tutti le altre categorie di lavoratori, se di lavoro si può parlare poi…
Ma con quale coraggio esponenti del PD e non solo gridano all’attentato alla Costituzione,al depauperamento dei servizi quando per anni hanno sperperato con la spesa pubblica,le prebende , goduto dei privilegi,del potere nelle province e non solo quando non hanno speso una parola per i tagli del governo Monti e A.B.C. alla spesa sociale,alla riforma massacro delle pensioni ,agli armamenti miliardari,ai contratti di lavoro bloccati da anni,all’attacco all’art.18? ai giovani disperati in cerca di lavoro ,ai vitalizi d’oro.Abbiate almeno il pudore di tacere.
E dire che avevo cominciato ad apprezzare il 5 Stelle, proprio vedendo la Salsi a Ballarò martedì scorso. Punti di vista, Rapanelli.
A mio parere ,se il Grillo urlante si fosse trattenuto con le sue esternazioni ,danneggiandola, avrebbe fatto molto meglio anche in questa occasione.
Fatemi capire come funziona la dinamica elettiva nel 5 Stelle.
Si tratterebbe di una selezione democratica dei candidati dal basso , che però fatto il primo scalino l’uno vale uno perde di principio e l’eletto la sua identità e capacità di rappresentare il Movimento attraverso sè stesso al di fuori delle piazze e della rete ?
Allora le cose, minimo sono due. O Grillo teme che i suoi arruolati non siano all’altezza del Capo ( uomo di spettacolo, dalla battuta pronta e che ha dimestichezza con giornalisti e TV ) , oppure si è ispirato alle direttive del Comintern, la Terza Internazionale.
Leggo nel suo blog che i suoi attivisti non devono partecipare ai talk show ,perchè così vengono fagocitati dagli avversari e dal conduttore facendo perdere quindi voti e credibilità al Movimento.
Ma è una cosa pazzesca!! Direbbe lui .
Certo, ti piace vincere facile, senza confronto pubblico attraverso la televisione ( in cui nelle Tribune Politiche del passato sedevano grandi leader di Partito, da Berlinguer ad Almirante a Moro, dove partecipavano al dibattito anche nomi della letteratura, da Pasolini a Moravia) , senza capacità di saper imporre le proprie idee sull’avversario, senza esplicitare i propri contenuti al di là delle forme verbali aggressive di protesta, che rappresentano fin troppo facilmente oggi il malumore di noi tutti, scambiando quindi tutto questo normale dibattito in primo luogo rivolto ai cittadini- elettori attraverso il mezzo di comunicazione televisivo, come tentativo di sopraffazione da parte di avvoltoi che non aspettano altro che mettervi in difficoltà davanti al video.
Grillo ha capito bene che oggi per essere diversi basta non essere uguali e quindi applica la sua strategia di non fare quello che fan tutti – dal non andare in Tv al non ricevere il rimborso elettorale-
Vedremo che saprà fare in concreto arrivato al potere coi voti di vendetta, come dice Rapanelli. Dei candidati al Movimento 5 Stelle si sa solo che sono incensurati, ottimo come prerequisito, ma che dotazione hanno per affidargli incarichi di governo del Paese a me piacerebbe anche saperlo e questo passa anche attraverso quanto sanno comunicare di loro attraverso il dibattito in video con tuti i suoi eccessi e difetti di programma televisivo.
Ai nostri valorosi politici sfugge un particolare significativo: con il primo decreto il Governo voleva svuotare di contenuti le competenze delle Province; quella norma, non espressamente abrogata dal secondo intervento, sarà discussa in Corte Cost. il 6 novembre. Con il nuovo assetto, in ogni caso, alle province superstiti verranno assegnati i soli compiti in materia di ambiente, strade e scuole superiori e tutte le altre competenze passeranno (fino ad ora senza che nessuno se ne sia accorto) ai Comuni ed alle Regioni.
I Comuni, per via del decreto di ottobre dovranno ridurre l’organico dei dipendenti, per altro verso dovranno assumere nuove competenze … ecco dove sta il vero risparmio di spesa!
La prima cosa che mi viene in mente e’ che si dovrebbe imporre al Governo di dirottare nei comuni assegnatari di nuove competenze una parte del personale dipendente delle province dismesse che, comunque, dovrà continuare ad essere pagato dalle stesse seppur accorpate. In alternativa i Comuni aumenteranno le tasse.
@ Tamara Moroni.
Sul “Movimento 5 Stelle” ne so meno di te. Considerando che i soloni politici che abbiamo avuto fino ad oggi, alcuni dei quali sono su da venti anni, ci hanno portato al disastro, forse gli Attivisti di 5 Stelle, nella loro ignoranza e spontaneità, non riuscirebbero a raggiungere neanche lontanamente la distruzione operata da questi soloni della Prima e Seconda Repubblica.
Conosco solo alcuni di questi Attivisti: sono giovani normali dotati di volontà e voglia di “studiare” i problemi amministrativi e politici. Sono attivi nel NO Biogas. A Tolentino hanno fatto battaglie che io ed altri facevamo trenta anni fa, come contro la diossina del Consmari. Ma che da venti anni nessuno fa più, poiché i soloni inetti e bugiardi si sono avvalsi della politica di vertice, abbandonando la base degli attivisti, degli elettori e dei cittadini. Adesso non sanno più che pesci pigliare: si vergognano di andare di nuovo dai cittadini ad ascoltare le richieste e sono preoccupati soprattutto della poltrona. Che perderanno a causa di M5S.
La Casta politica è ormai odiata dall’80 per cento della popolazione attiva, senza misericordia.
Basterebbe un innesco di violenza poliziesca, o di terrorismo mafioso, o idelogico verso i moderni “sans culottes” nostrani ed esploderebbe la violenza col sistema dei “gappisti” contro la Casta politica e l’Italia diventerebbe un rogo.
Nessuno – presidente della Repubblica, Monti, le forze dell’ordine, l’esercito, la Nato – potrebbe fermare e spegnere l’incendio della collera popolare.
L’unica forza idonea per non arrivare a ciò sarebbe la Politica… Ma CHI – oggi – avrebbe la statura morale per proporre una soluzione pacifica e democratica a questo magma in ebollizione?
Eliminiamo da subito Bersani, Renzi, Casini, Fini, Montezemolo, Vendola, Berlusconi, eccetera, insieme a tutti i loro apparati. Stanno solo giocando a “domino” tra di loro e con i loro apparati sempre più scarsi.
Chi rimane? Il presidente della Repubblica, l’Alto Clero, la Trilaterale, il Gruppo Bilderberg.
Purtroppo, costoro sono “cosa altra” dal Popolo disperato. Al massimo sono capaci di imporre “soluzioni” che poi falliscono nella realtà, come il Governo Monti, imposto di prepotenza dall'”Alto” nazionale, europeo e mondiale. Oppure, una dittatura larvata con sistema poliziesco dotato dell’orecchio di un “Grande Fratello“. Magari con una legge che imponga il microchip sul polso destro…
Le uniche forze popolari in grado di avere “ascolto” alla base sono ancora – un po’ – la Lega Nord, nelle regioni del Nord, e il “Movimento 5 Stelle“, di nuova formazione, che è fortemente calato nella base di un Popolo sconfitto, che vuole “vendetta” sulla Casta politica, sui Banchieri e su la Casta imprenditoria che ha chiuso le fabbriche qui per aprirle altrove
Cara Tamara,
fino ad un anno fa il popolo era sui bassi toni emozionali della “paura” e dell'”afflizione” ed al massimo si suicidava. Oggi è su “odio“, andando così su di un tono emozionale più alto, dopo il quale c’è la “collera“. Dovrà essa esplodere?
Fermeremo la collera del Popolo a schioppettate? Oppure, con le esortazioni alla fratellanza del Sommo Pontefice? Con i richiami alla Costituzione e ai valori della Resistenza?
Sai che coro di pernacchie, in risposta.
Se non vogliamo arrivare all’incendio nazionale dobbiamo avere il coraggio di dare un duro colpo allo stomaco della Classe politica, IN CUI CI SONO ANCORA PERSONE ONESTE, CAPACI E DI BUONA VOLONTA’, affinché si sveglino e rinsaviscano. Insieme ad uno sciacquadenti per mandarli a casa a tutti quei vecchi soloni, inetti e magnaccia, che ci hanno portato al disastro.
L’unica forma immediata che abbiamo – oggi – è, a mio vedere, solo il “Movimento 5 Stelle“.
La polemica di Grillo con la Federica Salsi a Ballarò è solo una questione tattica: infatti, il MISTERO attira attenzione e lega le coscienze…
PS – mi scuso con Adelio Bravi per il troppo neretto e maiuscolo, ma quando i testi sono lunghi quello è un sistema per rimettere attenzione sullo scritto.
La gente è incazzata, disorientata, fa scelte umorali, ma alla fine sa capire se c’è qualcuno che sta approfittando della situazione per il proprio tornaconto. Ancora non si è capito che non è una questione di schieramenti, ma di persone.
E’ accaduto con la Lega, sta accadendo con l’IDV, accadrà con il movimento 5S.
La Lega è stata ridimensionata, l’IDV pure, di questo passo se Grillo va avanti così lo sarà presto. Il problema non sono i tanti seguaci di ogni movimento, tutti con buone intenzioni ed in buona fede, ma chi li dirige o meglio, manovra.
In questo momento non vorrei proprio cadere dalla padella alla brace.
@ Rapanelli
rispondo brevemente perchè ci siamo lasciati andare su un altro argomento e mi scuso, ma il mio primo post sul Movimento 5 Stelle era in risposta allo sfogo di Marco Travaglio de MC che mi ha sorpreso perchè mi sono detta….capperi, manco è nato e già litigano !
Va bene, questa è la teoria Giorgio, ma nello specifico , a Macerata, chiedo a chi sa:
chi sono questi appartenenti al Movimento di Grillo , visto che qui ci si conosce tutti serve a capire se c’è davvero questo elemento di novità nelle persone e se sono così politicamente sprovveduti.
E’ abbastanza singolare che ancora non si siano presentati: che aspettano?
La mano è più veloce dell’occhio…
Carne da macello è la pecora nel gregge
Povere pecorelle
BEN FATTO ! credo che per diminuire i costi della politica e devolvere questi soldi pubblici,che so???,tanto per fare un esempio banale ,alla ricerca scientifica o acquistando macchinari indispensabili alla diagnostica sanitaria pubblica si dovrebbero sfoltire in maniera piu’ che incisiva i numerosissimi comuni presenti sul territorio nazionale,NON SOLO LE PROVINCE!!!!!!
Sono disorientato per tutto il successo che ha avuto il mov a 5 stelle però ad essere sincero me lo aspettavo. Quello che ha influito, a mio avviso, non è tanto il suo programma economico (uscita dall’euro, non restituire i soldi agli Stati debitori ecc) ma le ruberie che hanno messo in atto i numerosi politici che ci hanno fino ad oggi governato. La gente è esasperata, i ceti medio-bassi non riescono ad andare avanti e sono sempre loro che pagano il prezzo più alto, in proporzione, dei balzelli che il governo, le regioni le provincie e i comuni inventano per andare avanti. Io non credo che il mov. a 5 stelle sia la soluzione però sta raccogliendo le adesioni della disperazione della gente. Il fatto che nel programma è scritto che un deputato eletto non può superare le due legislature a me sembra una bella cosa che si contrappone agli attuali soloni della politica che entrano a 20 anni e finiscono solo quando il buon Dio li convoca a se.
non ne ho azzeccata un e lo sapevo, il mio era solo uno sfogo da Maceratese purosangue che negli anni ha visto la nostra amata citta’ depredata in tutte le sue risorse con il patrocinio della sinistra maceratese, ora anche il capoluogo l’unico vero vanto di Macerata ci viene trafugato con il consenso di tutti i politici , perche’ a loro non importa il sentirsi Maceratese vero, a loro importa la poltrona incollata sotto le loro onorevoli chiappe e i loro intoccabili vitalizi. Erano anni che si parlava dell’ ipotesi di ridurre il numero delle province, sarebbe bastasto togliere quelle province istituite nel 2003 quali fermo, v. velenzia monza ecc., o addirittura le regioni inutili carrozzoni istituiti negli anni 70.
Leoni vaneggia se pensa che in parlamento, le ragioni di Fermo, possano ribaltare la logica. Il capoluogo sarà Ascoli per il Piceno, Livorno per la provincia di livorno-pisa-lucca-massa, Foggia per la provincia di foggia-bat, Cosenza per quella di cosenza-crotone-vibov, Ravenna per quella della romagna ect…. La storia del baricento non regge perché sono pochissime in italia le province con capoluogo baricentrico ed hanno funzionato sempre e senza disagi. Solo a Fermo, fare 30 minuti di autostada e supestrada, pesa tantissimo.
…per poi fare cosa, non si sa! ci saranno uffici aperti nei tre ex capoluoghi. Se ne vanno solo le direzioni e le poltrone politiche. Per i Fermani l’unico rammarico è quello di essere ora e sempre stati non più che un paesotto. Per una volta le scarpe ve le farà qualcun altro.
pardon, Catanzaro…per catanzaro crotone vibo
Era Ora….. Finalmente il GRANDE PICENO…
Anche a me dispiace che la nostra provincia venga assorbita, ma sempre meglio che smembrata…
Ho letto con interesse i commenti dei vari utenti e sono d’accordo nel confermare che il governo Monti almeno qualcosa di buono l’ha fatta… eliminare un po’ di sprechi… basta con troppe poltrone…
Sicuramente per le Marche (viste le dimensioni) erano meglio due sole province… ma vista la prepotenza Anconetana non se ne e fatto nulla… e Pesaro continuerà a perdere i suoi Comuni del Montefeltro a vantaggio della nuova Grande Romagna…
In una situazione del genere allora bisogna evitare provincialismi e ricompattarsi per trovare il modo di avere un maggior peso politico a livello regionale…
Quindi ben venga il Grande Piceno…
Durante l’Impero Romano tra le regioni Augustee svettava la Quinta Regio conosciuta meglio come Picenum… e Plinio il Vecchio nella sua Naturali Historia la descriveva così:
“Quinta regio Piceni est, quondam uberrimae multitudinis…”
e citava le seguenti città che lo componevano… praticamente quelle attuali…
“Cupra oppidum, Castellum Firmanorum, et super id colonia Asculum, Piceni nobilissima. intus Novana; in ora Cluana, Potentia, Numana a Siculis condita, ab iisdem colonia Ancona, adposita promunturio Cunero in ipso flectentis se orae cubito, a Gargano . intus Auximates, Beregrani, Cingulani, Cuprenses cognomine Montani, Falerienses, Pausulani, Planinenses, Ricinenses, Septempedani, Tolentinates, Traienses, Urbesalvia Pollentini”
Quindi basta piangersi addosso… dobbiamo soltanto ricompattarci evitare campanilismi e creare quell’unione che faccia in modo di dare maggior impulso alla nostra economia e soprattutto al nostro turismo cercando di veicolarlo con un nome unico il Grande Piceno…
dai Romagnoli c’è sempre qualcosa da imparare.
C.A.H.R.
Il delirio di onnipotenza ascolana non demorde e non cede mai il passo! Il commento di Alessandro Capoferri ne è un esempio tipico. Ai femani è nota storicamente la politica ascolana dell’asso piglia tutto, ed è bene che i maceratesi ne prendano nota, anche se sono abbastanza scafati per capire le mire del centro piceno, che si trova agli estremi margini meridionali della nuova provincia, tanto da non allettare proprio nessuno, né Fermo né tanto meno Macerata! Alla sola idea del capoluogo ad Ascoli, è una fuga di massa dei comuni maceratesi verso altri lidi, tanto è ben vista la sede del capoluogo nella metropoli picena. Ciò che temono gli ascolani, come la morte, è u’ìntesa FM (Fermo-Macerata) che con l’art. 3 vigente del decreto governativo, li spazzerebbe via definitivamente come capoluogo! Se Ascoli con appena 49.000 abitanti, si crede al centro del nuovo Ente, quando si trova invece realisticamente in Abruzzo, e la geografia è un dato oggettivo, evidente ed incontestabile, più che nelle Marche, e considera Fermo un paesotto, non avrà maggior riguardi per Macerata, che infatti pretende da essa riconoscimento del capoluogo ad Ascoli! Un accordo auspicabile tra Fermo e Macerata, ridurrebbe a più miti consigii l’arroganza ascolana!
Non è una differenza da poco la mia proposta di un’intesa politica e di un accordo operatvo tra Fermo e Macerata, con quella di Alessandro Capoferri, che in sintesi equivale all’asso piglia tutto, con effetto di domino: Ascoli prende il capoluogo di provincia per qualche migliaio di abitanti nel suo comune, tutti gli uffici periferici dello Stato, con tutte le direzioni provinciali, Prefettura, Questura, INPS, INAIL, Motorizzazione Civile, Camera di Commercio, ed a Macerata solo servizi o sportelli decentrati, di apertura al pubblico insomma, diciamo così, e forse a Fermo niente, un bel nulla. Alla faccia della pari dignità dei territori, preconizzata dal’ascolano Capoferri! La mia proposta è sostanzialmente articolata e rispettosa sia di Macerata che di Fermo, e non esclude Ascoli. Infatti, il nuovo art. 3 del decreto che prescrive: “gli organi delle province hanno sede esclusivamente nel comune capoluogo di provincia e non possono essere istituite sedi decentrate”, obbliga il Presidente della provincia ed i sedici consiglieri provinciali, eletti indirettamente fra quelli comunali, ad avere una sola sede, per la Presidenza ed il Consiglio, in cui bisogna allocare anche tutto il personale dipendente, di segreteria, rappresentanza e funzionamento degli uffici per le pochissime materie ormai di competenza provinciale. Poiché l’organizzazione degli uffici provinciali comprenderà rappresentanti del territorio e naturalmente personale di tutt’e tre le aree, una buona idea di equa soluzione del problema, sarebbe dislocare la sede della provincia a Fermo, più vicina per ascolani e maceratesi. Mentre per gli uffici periferici statali e la loro presenza sul territorio, l’art. 4 prevede che “in relazione alla procedura di riordino, ai fini di una funzionale allocazione degli uffici periferici delle amministrazioni statali, lo Stato promuove forme di consultazione e raccordo con gli enti locali interessati.» Riguardo a questi ultimi, non certo secondari, ma più importanti di quelli provinciali, Macerata potrebbe avere la prevalenza, anche perché gli uffici statali collocati a Macerata, sarebbero maggiormente fruibili pure dai fermani, data la vicinanza tra le due città, rispetto al centro piceno meridionale. In ogni caso, bisognerà richiedere la presenza sul territorio fermano anche di questi servizi, se non degli uffici, per una pari dignità ed un equo trattamento di tutti i cittadini del nuovo super-Ente provinciale. Tradotto in soldoni, che è poi quello che interessa alla gente ed anche ai politici, il capolugo di provincia andrebbe a Fermo, per la sua posizione centrale e baricentrica, meglio fruibile dai consiglieri e dipendenti provinciali sia di Macerata che di Ascoli, ma a Macerata andrebbe in compenso quasi la metà degli Uffici periferici dello Stato, compresa la Camera di Commercio, con cui quella di Fermo già collabiora, e non servizi decentrati o peggio ancora sportelli di apertura al pubblico, come propone interssatamente l’interlocutore ascolano! L’altra metà sarebbe poi ripartita tra Fermo ed Ascoli, cosa che i fieri cittadini e politici piceni non gradiscono!
Ma di che intesa parli, Leoni? I maceratesi sono quelli che perdono meno ( al massimo qualche poltrona politica e solo in senso geografico ). Nulla vieta ad un sindaco del maceratese di sedere alla presidenza del nuovo ente. Poi questo continuo tentativo di far apparire negativo tutto ciò che è Ascolano senza un oggettiva motivazione. Spiegami come può una città condizionare un consiglio composto dai sindaci del nuovo ente e un presidente eletto fra essi. La marginalità geografica della città di Ascoli è ininfluente ai fini di una futura organizzazione del territorio con uffici decentrati nei maggiori centri. Semmai sarà da decidere se il terzo centro sia opportuno localizzarlo a Civitanova piuttosto che a Fermo, visto le dimensioni della città. Per la cronaca Ascoli è ancora il centro più grande del nuovo ente, seguito da San Benedetto, Macerata, Civitanova e Fermo. E ti faccio notare che se questo riordino fosse stato fatto 4 anni fa, non avreste avuto manco voce in capitolo. Vi lamentate tanto della distanza ebbene, dal 2014, per le vostre pratiche potrete rivolgervi agli uffici di Macerata.
I due capponi di Renzo di beccavano tra di loro, mentre Renzo li stava portando verso chi li avrebbe uccisi e mangiati…….
Dopo l’incantatore Ciccanti ascolano, ben più famoso, sul palcoscencio maceratese ha la pretesa analoga di presentarsi l’incantatore Capoferri, anche lui ascolano, anche se mi dispiace sia meno noto del primo, ma presto lo eguaglierà per la qualità delle stesse bugie propinate ai lettori.
Peccato però per gl’incantatori ascoiani, e peccati quindi per Ascoli, che essi non riescano ad incantare più nessuno, né fermani né maceratesi.
La verità nuda e cruda è che Macerata ha da perdere più di Fermo, che ha già di meno, altro che “qualche poltrona poiitica e solo in senso geografico”, esprssione che non si sa cosa voglia dire.
Se è vero che nulla vieta ad un sindaco maceratese di sedere alla presidenza del nuovo Ente, è altrettanto vero che nulla vieta analogamente di sedervi, ad un sindaco presidente fermano, od ancora ad un sindaco civitanovese, sambenedettese o persino ascolano.
Ma quel che non dici è che il sindaco maceratese, e te ne guardi bene, dovrebbe sedersi sullo scranno da presidente del consiglio provinciale ad Ascoli Piceno, forse per non intimorire ancor di più i maceratesi, così come tutti gli undici-dodici consiglieri provinciali di Fermo e Macerata dovranno fare alttrettanto, per cui fingi d’ignorare ad arte il nuovo art. 3 del decreto legge del giverno, il quale prescrivendo letteralmente: “gli Organi delle province hanno sede esclusivamente nel comune capoluogo di provincia e non possono essere istituite sedi decentrate”, obbliga necessariamente il Presidente della provincia ed i sedici consiglieri provinciali, eletti indirettamente fra quelli comunali, ad avere una sola sede, per la Presidenza ed il Consiglio, in cui bisogna allocare anche tutto il personale dipendente, di segreteria, rappresentanza e funzionamento degli uffici per le pochissime materie ormai di competenza provinciale.
Poiché l’organizzazione degli uffici provinciali comprenderà rappresentanti del territorio e naturalmente personale di tutt’e tre le aree, maceratese, fermana ed ascolana, una buona idea di equa soluzione del problema, sarebbe dislocare la sede della provincia a Fermo, molto più vicina ai maceratesi di quella estremamente periferica e lontana, oltre che estranea di Ascoli.
Con sedi provinciali degli uffici statali in maggior parte a Macerata, quale compenso ed equilibrio fra i due territori.
Altro che la bazzecola dei servizi decentrati, o peggio degli sportelli aperti al pubblico, degli uffici e delle direzioni provinciali dello Stato, che da bravo ascolano piglia tutto, proponi interessatamente collocate ad Ascoli, addirittura incurante del Fermano!
Ecco perchè temi davvero l’intesa FM (Fermo-Macerata) e ti fa una paura da matti proprio l’accordo su un’equa e funzionale distribuzione invece a Macerata in larga prevalenza, ed a Fermo, specie se il capoluogo va a quest’ultima, per la sua centralità geografica e la propria posizione baricentrica, che farebbe risparmiare tempo e denaro al povero presidente maceratese ed ai consigileri provinciali maceratesi, piuttosto che recarsi giornalmente ad Ascoli, praticamente in capo al mondo della nuova provincia, soprattutto perché tutti quanti dovranno sobbarcarsi l’incarico oneroso a spese proprie, perchè non sono previsti emolumenti per le cariche di presidenti e consiglieri del nuovo ente provinciale di secondo livello.
Come vedi non incanti più nessuno con la tua blandizie interessata verso il territorio maceratese!
Quando sarà tutto finito, fonderemo tutti cartelli con la scritta provincia di fermo per farne una a ricordo di 4 anni meravigliosi, con 60 milioni di euro spesi per fabbricar cattedrali nel deserto. Perché se non lo hai capito il capoluogo va ad Ascoli o a Macerata.
Interessante articolo di giornale, per chi spera nell’incostituzionalità del decreto:
Avrebbe dovuto tenersi oggi a Palazzo della Consulta l’udienza per decidere sui ricorsi proposti dalle regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Campania, Molise, Valle d’Aosta e Sardegna contro il riordino delle Province previsto dal decreto legge “Salva Italia” del 6 dicembre 2011, n. 201.
Sul sito della Corte costituzionale è invece apparso il seguente avviso:
“Il sig. Presidente, con decreto del 5 novembre 2012, ha disposto il rinvio a nuovo ruolo delle cause iscritte ai nn. da 1 a 9 del ruolo dell’udienza pubblica del 6 novembre 2012 (ric. 18, 24, 29, 32, 38, 44, 46, 47 e 50/2012, rel. Silvestri)”.
NON E’ PER ADESSO!!
Le cause iscritte ai nn. da 1 e 9 del ruolo, sono proprio quelle che riguardano i ricorsi delle regioni.
Non è stata ancora resa nota la data del rinvio.
Se qualcuno vuole fare ricorso, lo faccia a sue spese.
Se non lo hai capito tu, da ascolano, che il capoluogo non va ad Ascoli, è proprio grave. Se la nuova provincia è in contesa a due tra Macerata ed Ascoli, la battaglia del capoluogo per quest’ultima è irrimediabilmente perduta, e puoi già dire che la questione è tranquillamente e definitvamente chiusa per gli ascolani. Dinanzi ad una simile scelta secca, senz’alternative, Fermo ed il Fermano saranno determinanti nella collocazione del capoluogo del nuovo Ente, sia per Macerata che per Ascoli, ed in larghissima maggioranza, stanne certo, se non persino totalmente, indicheranno Macerata in alternativa a se stessi. E’ una sfida che ad Ascoli non conviene nemmeno abbozzare od addirittura tentare seriamente, a meno che non abbia già deciso di offrire spontaneamente il capoluogo a Macerata, o si decida a consegnarlo sua sponte a Fermo, altra possibile alternativa. La guerra del capoluogo, in ogni caso, per il centro piceno segnerà sicuramente una netta sconfitta. La fine della disputa è quindi già bell’e scritta, con il successo o dei maceratesi. Per essi infatti è vitale avere il capolugo, se non vogliono vedere la loro ex provincia smembrata, con i comuni del nord che chiedono di finire ad Ancona, confluendo nella provincia a loro limitrofa. In alternativa al capoluogo, per Macerata sarebbe accettabile solo il mantenimento di gran parte degli uffici periferici statali, con un capoluogo provinciale però, nel comtempo, vicino ai suoi cittadini. Ma questa doppia condizione necessaria e sufficiente, può essere garantita solo da un’alleanza tra Fermo e Macerata. Da qui l’interesse reciporoco dei Fermani e dei Maceratesi ad un accordo FM (Fermo-Macerata), equlibrato e vantaggioso per entrambi i centri, perchè l’intesa è davvero possibile tra due territori vicini geograficamente, contigui per un confine comune di decine e decine di chilometri, interconnessi produttivamente, omogenei culturalmente e largamente affini economicamente, contrariamente all’ascolano. Giusto per chiudere la discussione, è noto a tutt’Italia che l’ascolano ha sperperato ben più di 60 milioni di euro, ma moltissime volte di più, con la Cassa del Mezzogiorno, per realizzare autentiche cattedrali nel deserto, praticamente inutili, altro cartelli stradali confinari tra Fermo e Macerata.
Se non lo hai capito tu, da ascolano, che il capoluogo non va ad Ascoli, è proprio grave. Se la nuova provincia è in contesa a due tra Macerata ed Ascoli, la battaglia del capoluogo per quest’ultima è irrimediabilmente perduta, e puoi già dire che la questione è tranquillamente e definitvamente chiusa per gli ascolani. Dinanzi ad una simile scelta secca, senz’alternative, Fermo ed il Fermano saranno determinanti nella collocazione del capoluogo del nuovo Ente, sia per Macerata che per Ascoli, ed in larghissima maggioranza, stanne certo, se non persino nella loro totalità, indicheranno Macerata in alternativa a se stessi. E’ una sfida che ad Ascoli non conviene nemmeno abbozzare od addirittura tentare seriamente, a meno che non abbia già deciso di offrire spontaneamente il capoluogo a Macerata, o si decida a consegnarlo sua sponte a Fermo, altra possibile alternativa. La guerra del capoluogo, in ogni caso, per il centro piceno segnerà sicuramente una netta sconfitta. La fine della disputa è quindi già bell’e scritta, con il successo dei fermani e dei maceratesi. Per i secondi infatti è vitale avere il capolugo, se non vogliono vedere la loro ex provincia smembrata, con i comuni del nord che chiedono di finire ad Ancona, confluendo nella provincia a loro limitrofa. In alternativa al capoluogo, per Macerata sarebbe accettabile solo il mantenimento di gran parte degli uffici periferici statali, con un capoluogo provinciale però, nel comtempo, vicino ai suoi cittadini e non agli antipodi della nuova provincia. Ma questa doppia condizione necessaria e sufficiente, può essere garantita solo da un’alleanza tra Fermo e Macerata. Da qui l’interesse reciporoco dei Fermani e dei Maceratesi ad un accordo FM (Fermo-Macerata), equlibrato e vantaggioso per entrambi i centri, perchè l’intesa è davvero possibile tra due territori vicini geograficamente, contigui per un confine comune di decine e decine di chilometri, interconnessi produttivamente, omogenei culturalmente e largamente affini economicamente, contrariamente all’ascolano. Giusto per chiudere la discussione, è noto a tutt’Italia che l’ascolano ha sperperato ben più di 60 milioni di euro, ma moltissime volte di più, con la Cassa del Mezzogiorno, per realizzare autentiche cattedrali nel deserto, praticamente inutili, altro che cartelli stradali confinari tra Fermo e Macerata!
Quello che non hai capito è che in parlamento si tornerà alla prima stesura. Ma tanto sognare non costa nulla….
Ma chi ti dice che si tornerà alla prima stesura!? E’ solo la tua speranza da ascolano! Secondo me, l’art. 3 del nuovo Decreto governativo non cambierà di una virgola in Parlamento, perchè verosimilmente l’Esecutivo porrà come al solito la fiducia sul testo attuale. Anche perchè imporre il capoluogo nel comune più popoloso, anche di una manciata di abitanti in più, in assenza di altri elementi validi di scelta ed indicativi della volontà della maggioranza del territorio, crea più tensioni del decreto odierno, che consente l’accordo a maggioranza tra tutti gli ex capoluoghi di provincia da riunire nel nuovo super-Ente provinciale.
Ma se cosi fosse, come dici tu, come puoi prometteri ai maceratesi l’alternativa del capoluogo a Macerata!? Perchè in tal caso, il capoluogo sarebbe inevitabilmente ad Ascoli, a meno che non proponga la scelta del capoluogo a Macerata proprio Ascoli, evenienza cui non credo. Avanti perciò con l’accordo e l’intesa FM, vale a dire tra Fermo e Macerata, l’unica alternativa credibile al capoluogo nel centro piceno, che sarà l’unica soluzione più conveniente per le due ciittà!
Ciò che più conta è il fatto che si possa ripartire da zero, e che questo scandalo di provincia ha finito di dimenti
care i suoi compiti reali, cioè il servizio alle citta ai paesi ed ai cittadini. La viabilità è ridotta ai tempi del medio
evo, le strade si stanno traformando in mulattiere, se piove si allaga anche dominedio. Ma ciò che non crolla
mai sono le poltrone, sempre di più e più sostanziose. Che sia provincia Macerata o Ascoli, nulla cambia il
tutto dipende solo dai tromboni che ci sono occupati, se le cose le fanno o non le fanno. La gente non vuole che
si ripetano i,diluvi universali, che una nevicata non blocchi completamente la mobilità, che le scuole non cadono
sopra gli scolari, che le strade siano percorribili. Le poltrone vanno distrutte, bruciate, che fine fanno i soldi
che paghiamo in tasse, se nemmeno i servizi più elementari vengono attuati. E’ mai possibile che ci sia gente
che si riempie le tasche, mentre altri per un piatto di minestra deve umiliarsi alla caritas.
Ma non converrebbe per tutti, Nico, la sede del capoluogo della provincia a Fermo!?
Più conveniente per Macerata, nel caso che per legge, se non vì è accordo a maggioranza tra Fermo e Macerata, finisca ad Ascoli!?
E più vantaggiosa anche per Ascoli, nel caso si stabilisca sempre a maggioranza tra Fermo e Macerata, che il capoluogo prescelto sia Macerata!?
Proprio perché Fermo si trova in mezzo ai due altri capoluoghi, più vicina a tutt’e due, rispetto ad entrambe le altre due città che sarebbero ben più lontane l’una dall’altra!?
Visto che gli organi e gli uffici provinciali non possono avere per legge sedi decentrate, ma devono risiedere unicamente nel capoluogo!
Il discorso invece è ben diverso per gii uffici periferici dello Stato, che potrebbero trovare allocazione in prevalenza a Macerata, provincia costituente il nuovo Ente più popolosa ed estesa, in parte ad Ascoli, ed in misura minore a Fermo, con servizi comunque anche per i cittadini del Fermano, oltre che di tutta la macroprovincia di Ascoli-Fermo-Macerata.
Ecco perché ritengo essenziale l’accordo a maggioranza tra Fermo e Macerata, considerato che non vi saranno deroghe dal governo, né per Macerata né per Ascoli-Fermo, e valutato che Ascoli probabilmente non aderirà spontaneamente ad un’equa distribuzione dei vertici provinciali, tenuto conto che si ritiene gia capoluogo designato, per il maggior numero di abitanti nel suo comune.
Cercasi pertanto intesa urgente e necessaria fra Macerata e Fermo, per non lasciare quasi tutto ad Ascoli!