Salvi: “A Camerino e il territorio servono progetti, non provocazioni”

"Servono progetti nuovi, non è più sufficiente attestarsi nella difesa dell’esistente"
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Daniele Salvi

Da Daniele Salvi (Partito Democratico), riceviamo:

Che ci faranno i quattro esponenti del Pdl di Camerino nella “rossa” Umbria? Leggendo le cronache dell’ultimo consiglio comunale della città ducale c’è da rimanere esterrefatti. Il Pdl camerte annuncia di essere disponibile a sedersi intorno a qualsiasi tavolo in cui si discuta di come organizzare il passaggio di Camerino e del territorio circostante all’Umbria.

In ragione di che? Si pensa forse che questa sia la soluzione alla soppressione del tribunale? Che l’università avrebbe maggiore ruolo in altra regione? Che su queste questioni Foligno o Perugia siano più munifiche e disposte a cedere spazi e risorse?

La provocazione può avere un valore se è una tantum, ma quando essa è reiterata, anche da parte di amministratori sperimentati, nasconde quasi sempre una carenza di idee e progetti e rischia di diventare qualcosa d’incontrollato.

E’ successo così in Valmarecchia. Il venticello della secessione ha cominciato a spirare tra battute e provocazioni ed ha finito per travolgere un intero territorio, che oggi non ha trovato niente di più sul versante in cui è confluito e i mezzi per spalare la neve in Valmarecchia la Provincia di Rimini ha dovuto chiederli a quella di Pesaro-Urbino…

Perché succede sempre così e c’è sempre qualcuno più spregiudicato disposto a costruire la propria fortuna, cavalcando il malessere vero o presunto dei cittadini.

Servono progetti nuovi, non è più sufficiente attestarsi nella difesa dell’esistente. Ad esempio, sul tribunale l’amministrazione provinciale ha approvato un ordine del giorno di difesa dell’ente, ma nell’assenza degli esponenti del Pdl che quel giorno avevano deciso di “marinare” il Consiglio. A quali amministratori provinciali si rivolgono, dunque, gli esponenti del Pdl camerte quando dicono che gli attuali amministratori della Provincia hanno “preso a pesci in faccia” Camerino?

Il sottoscritto, che ha presentato quel documento insieme ai colleghi Mazzoli e Montesi, pensa che nella crisi che viviamo, nella necessità di riorganizzare tutti i livelli dell’amministrazione statale, inclusa quella giudiziaria, nell’epoca delle tecnologie informatiche, vada difeso un presidio giudiziario a Camerino, ma con altrettanta convinzione dice che non può essere questa la frontiera intorno alla quale immaginare il proprio sviluppo. Così come la questione tribunale per valore e impatto non può essere messa sullo stesso piano del rischio di soppressione per riordino o accorpamento -che dir si voglia- della Provincia.

Va bene il nuovo carcere, se si farà, ma vogliamo anche parlare di che destinazione dare alle Casermette, di come qualificare le aree artigianali e produttive, di come sfruttare l’immenso patrimonio culturale, artistico ed architettonico della città ducale e del territorio montano, di nuove progettualità come quella del distretto culturale, di come investire sul turismo e sulla prossimità con il Parco nazionale dei Monti Sibillini, di nuove infrastrutture a partire dalla prossima incompiuta che avrà nome Pedemontana se non si fa qualcosa adesso, di trasporti su gomma e su ferro, di reale sinergia con l’Università, di quali opportunità dotare un territorio che verrà investito di qui ad un paio d’anni da inedite possibilità di accesso grazie alla nuova viabilità?

Sono sicuro che gli amministratori di Camerino si stiano cimentando su questi e su altri temi, il punto è che non si nota, perché non c’è coinvolgimento di quel territorio che da una città come Camerino s’aspetterebbe il tentativo almeno di svolgere un ruolo, di fare una prima mossa e ciò non favorisce certo un concorso maggiore da parte di altri livelli istituzionali.

Concorso che pure non è mancato: penso soltanto all’impegno della Provincia per sbloccare il polo scolastico di Vallicelle, così come all’intervento della Regione sull’Ersu, sull’ex-convento di Santa Caterina e sulla Facoltà di Veterinaria. I tempi sono grami, senza idee non si va da nessuna parte, converrà che tutti ci teniamo stretti, evitando battute o provocazioni.



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