Il bonus di 1400 euro e assicurazione sanitaria per i dipendenti Tod’s, decisi dall’azienda (leggi l’articolo), non piacciono a Domenico Ticà della Filctec Cgil Macerata:
«Ricevere 1400 euro insieme a buoni per l’acquisto di libri di testo ed ancora un’assicurazione per motivi di salute- scrive – non solo fa piacere, fa soprattutto comodo, in particolar modo oggi che la crisi morde.
Quando a riceverli sono lavoratrici e lavoratori dipendenti, ciò fa ancora più piacere in quanto assume maggior utilità. Da qui però a dire che in questo modo si affrontano i problemi della perdita del potere d’acquisto, soprattutto dei lavoratori a reddito fisso, direi proprio di no!
Se si voleva sentirsi dire da parte degli interessati: sono contento, mi piace, grazie ec… l’obiettivo è colto. Ma si sappia che non poteva e non doveva essere diversamente, anche il sottoscritto sarebbe stato contento.
Se lo scopo era quello di ricevere considerazioni lusinghiere da pezzi di società del tipo; “è un bel gesto” oppure “ vorrei ma non posso” , mi pare altrettanto ovvio, anche se ha più il sapore di “Stato caritatevole” che non da “Democrazia del diritto”. Se per un innato “narcisismo” che è dentro ognuno di noi, il sentirsi dire “ come è buono lei” le cose si complicano notevolmente. E ne voglio elencare le ragioni, almeno alcune.
L’articolo 3 e il titolo terzo della “vituperata” Costituzione Italiana tracciano il profilo dello “Stato di diritto” che ci riguarda. Da qualche decennio registriamo un progressivo trasferimento della ricchezza derivante dal reddito da produzione a quella delle rendite e dei profitti.
Spesso la funzione “caritatevole” o “filantropica”, quando rivolta a persone singole, o plurime, assume una connotazione compassionevole, classista , restauratrice e patriarcale, financo cooptatrice, sicuramente non inclusiva, anzi marcatamente gerarchizzata. Mi pare di grande attualità l’inversione di tendenza che si sta rafforzando nella società contemporanea rispetto alla pur giusta, seppur incompiuta semi rivoluzione culturale del 18 febbraio 1984, con un nuovo concordato tra Stato e Chiesa cattolica.
Oggi, per fortuna, lo Stato Italiano non è più confessionale. Per quanto riguarda invece lo “stato sociale” che l’imprenditore Della Valle sembra aver mutuato da qualche recente contrattazione collettiva vorrei fare le seguenti riflessioni. Regolamentare e disciplinare collettivamente diritti individuali è il modo più equo per rendere esigibile ed omogeneo, tra le parti, l’incrocio tra diritti/doveri. Pari dignità.
Diversamente, come in questo caso, si instaura una sorta di sudditanza psicologica ma anche oggettiva che relega il soggetto più debole nella condizione di non poter esercitare né la pari dignità né la pari opportunità con i crismi costituzionalmente previsti.
In buona sostanza , comportamenti “magari nobili e disinteressati”, per il semplice fatto di essere unilaterali, vanno ad infrangere le regole basilari del diritto.
In una fase “quasi inedita” come quella che stiamo vivendo, urgono “buone pratiche” “relazioni industriali improntate ad un bene comune” ed un dialogo tra diversi, come metodo per umanizzare lavoro e società a partire dalle situazioni “micro” sino ad arrivare ad una visione planetaria.
La Politica deve ritornare ad avere la “P” maiuscola, le forze sociali l’architrave della democrazia partecipata e della coesione, scrollandosi di dosso i pur presenti fenomeni di “commistione”.
Credo che possano essere queste le line guida per il nostro paese per ritornare a vivere una fase di diverso benessere.
Non è ricco né chi regala né chi riceve la somma più ingente che si possa immaginare , è ricco che mette a disposizione dell’umanità un chicco di grano per rendere l’umanità meno disuguale, più colta e più sana.
Dire cambiamento non basta, bisogna aggiungere: equità, partecipazione, solidarietà, rispetto, sviluppo ambiente.
In fondo anche la pubblicità della sua creatura “Italo” fa leva su servizio, accoglienza, flessibilità, accessibilità ed altro ancora in termini di diritti e non di gentile concessione.
Io partirei dal metodo “Italo” per un viaggio tra diversi che si rispettano e si capiscono ed hanno una idea in comune: Migliorarci!»
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Oggi come oggi come ti muovi sbagli.Boh!
dico io: Se un imprenditore si comporta da “sfruttatore” è compito dei sindacati denunciare, segnalare tali comportamenti. Ma se un imprenditore, x qualsiasi motivo (lecito), attua le misure che ha adottato Della valle per i prorpi dipendenti, xchè mai un sindacalista deve criticare appellandosi al “non rispetto della pari dignità soaciale”.
A questo punto se Ticà vuole la pari dignità sociale, quando va alle contrattazioni, chieda agli altri imprenditori di fare il 50% di quello che Della valle ha concesso ai suoi dipendenti
ecco perche i salari italiani stanno fermi da tanti anni……………co questi sindacalisti
Vorrei proprio vedere quanti dipendenti Tod’s sono d’accordo con questa linea… se in Italia ci fossero più imprenditori che non rispettino in questo modo “la pari dignità sociale” ho come l’impressione che saremmo tutti più contenti, tranne ovviamente chi si batte per i diritti dei più deboli, a cui questi premi fanno veramente schifo.
Ecco perchè i sindacati vanno messi tra i principali responsabili della crisi economica italiana….
Per me il sindacato ha ragione. Mi risulta che negli ultimi anni mentre i slarari sono rimasti sostanzialmente fermi perdendo nel frattempo potere di acquisto, i profitti di molte aziende ( non tutte ma una di queste è proprio la Tod’s) hanno continuato ad aumentare.
Avere un salario che si rivaluta in rapporto all’andamento dei pofitti di una azienda dovrebbe scaturire da una adeguata contrattazione collettiva tra le parti secondo criteri di equità e trasparenza e non da un gesto unilaterale dell’imprenditore che decide la suo insindacabile giudizio quando “elargire” incrementi salariali. Poi, se oltre a questo l’imprenditore intende “premiare”anche chi reputa migliore nessuno glielo impedisce. Ma questo è un’altro discorso.
Il giusto salario deve dipendere da un riconoscimento oggettivo del lavoro svolto e dai risultati conseguiti e riscontrabili per tutti oppure da come si sveglia alla mattina un imprenditore?
Mi sa tanto che i dipendenti Tod’s (che hanno usufruito del bonus) delle parole di Ticà se ne sbattono i cosiddetti!!!
L’ennesimo sindacalista che ha perso l’ennesima occasione per stare zitto!!!
Lo stesso motivo per cui in passato stracciai la mia tessera sindacale. Sindacalisti schiavi del sistema dove l’unico interesse è trattenere i 50€ dalla busta paga e non frega un cavolo dei lavoratori. Con questi sindacati, purtroppo, non faremo molta strada!!!
Signor Ticà secondo me lei ha perso una buona occasione per tacere o per parlare se magari avesse avuto da imputare a questa azienda chissà quali colpe nei confronti dei dipendenti. Stando a quanto dice credo debba riflettere verso chi dirigere i suoi strali. Magari verso una classe politica che pensa piu’ ai privilegi di chi è nella stanza dei bottoni piuttosto che pensare al povero vecchietto che,per mangiare, è costretto a rubare sul peso della frutta al supermercato.
Poi signor Ticà mi è venuta una grande curiosità: Lei fa il sindacalista a tempo pieno godendo magari di un distacco sindacale oppure svolge anche una attività lavorativa? E, mi perdoni, quale è la sua retribuzione?
Ticà ma vaffa…
Io non ho capito la “predica” di Tica’ ma penso che ha perso un’occasione per stare zitto.
Penso proprio che il Sig. Ticà non abbia perso tempo a scrivere il suo articolo, anzi ha rafforzato ancora di più (se possibile) il convincimento di quasi tutti i lavoratori che i sindacalisti è ora che cambino il modo di fare o meglio ancora cambino direttamente lavoro.
I sindacati sono la principale causa del disastro che stiamo vivendo. Pensate una cosa che non tutti sanno:
L’art.18 dello Statuto dei lavoratori che tanto sbandierano i nostri cari sindacati in faccia alle imprese non vale per loro. Infatti l’art. 18 (reintegro del posto di lavoro in caso di licenziamento senza giusta causa) non si applica nè ai sindacati nè ai partiti politici (nemmeno quelli comunisti). Possono infatti tranquillamente licenziare chi vogliono (e lo fanno) senza problemi. Avete capito come si comporta questa gente?
L’invidia….”meretrice , delle corti vizio…”è sempre presente. Ma di cosa si lagna Ticà di un imprenditore che è ricco, credo anche per meriti personali, che è ed è stato bravo, che è, visto certi gest,i anche un signore? ma la sua è invidia, rabbia o frustrazione per non essere alla pari? Per un altro imprenditore della pasta un tal Rossi, mi pare che sposarono la causa tanti politici è anche un presidente della repubblica. Non so se lei fece sentire la sua voce. E ora mi dica chi obbliga Della Valle a fare certe azioni? penso nessuno e allora sospenda il suo sottile giudizio filosofico che non ha nessuna base logica. Che ci vuol dire che Della Valle è un megalomane? che sparge a larghe mani il frutto del suo profitto? Taccia Ticà anche perchè rappresenta una categoria che vive con i soldi degli operai e sia grato a un imprenditore che, sua sponte, applica la partecipazione degli utili con le maestranze che sono il suo supporto e la sua fortuna. Le fa rabbia che vi abbia rubato l’idea. Se proprio vuol fare una giusta azione venga ad indagare come vivono e sono trattati gli operai che lavorano per la superstrada Civitanova-Foligno e quanti morti e feriti ci sono stati in pochi mesi per le norme di sicurezza che sindacalisti avveduti come lei non denunziano.
Forse mi sono spinto troppo oltre il buon senso, ma ho provato a leggere attentamente il testo che riporterebbe le parole di Ticà. Risultato: non riesco a trovare dove Ticà dice qualcosa contro Della Valle.
Vorrei farlo notare, perchè, a giudicare dai commenti, sembra che Ticà abbia detto che Della Valle abbia fatto o detto qualcosa di sbagliato. Invece, le uniche frasi che forse potrebbero essere interpretate in questo senso, in realtà non hanno nessun senso, perchè non sono frasi, sono degli aborti.
Probabilmente Ticà ha parlato a braccio, e per questo alcune frasi sono incompiute. In alcune mancano i soggetti, i verbi, oppure non si capisce come siano relazionati i verbi ai soggetti. Prova ne sia il fatto che, chi ha trascritto il virgolettato, ha scritto delle frasi assurde, dalla punteggiatura scorretta, che rende alcune frasi appunto l’unione di parole che non formano un significato.
Quindi la mia opinione è che certe non frasi non significano niente, e per questo non possono essere interpretate come degli attacchi a Della Valle. La conseguenza è che schierarsi a difesa di Della Valle è inutile. Nessuno l’ha attaccato. E se anche Ticà l’avesse voluto fare (cosa che dubito), non c’è riuscito perchè non è riuscito a produrre delle frasi significanti di attacco. E se proprio l’avesse fatto, allora chi ha trascritto il suo testo non è riuscito a comunicare il sigificato che Ticà voleva dare.
ma chi è questo ????? Della Valle ha fatto un bel gesto ma perchè questo odio contro gli imprenditori? Qualsiasi cosa facciano non va bene….per i sindacalisti rompete meno i……. e andate a lavorare anche voi!!!
forse Ticá aspettava una chiamata dal sig. DellaValle per poter contrattare un premio anche per lui..
A LAVORAREEE!!!
Se il sindacato non ha la possibilità di metterci sopra il cappello, camuffando la liberalità del datore di lavoro,
subordinata al loro volere, creano casino, e tentano il tutto per tutto di mettere i dipendenti contro l’azienda.
E’ capitato anche a me, la stessa cosa, 10 % sulla tariffa e assicurazione su infortuni e ricoveri, in aggiunta
a quanto prevedeva il contratto collettivo.
Basta soltanto fare scegliere ai dipendenti se accettare la liberalità dell’azienda, o il niet sovietico di questo
sindacato, fatto solo per creare difficoltà, in primis ai lavoratori.
Da me i dipendenti scelsero l’azienda e da quel giorno i sindacati sono stati fuori.
PER LUCAIOLUCA: inutile girare la frittata, l’azienda ha messo sul piatto una liberalità a favore dei suoi dipenndenti
e dio sa se ce n’è bisogno.
Al sindacato non sta bene perché vuole che ogni iniziativa passi attraverso il filtro dei sindacalisti, gente che
non ha mai fatto nulla nella vita, e grazie ai lavoratori si fanno uno stipendio doppio a quello di un operaio.
Contesatre questa iniziativa è pazzesco, significa proprio volere i lavoratori dei veri schiav i del sindacato.
Ma guarda che c……..di pretese, non c’è la libertà di dare ai propri lavoratori quanto un ritiene opportuno,
dovrebbero agevolare queste iniziative, e vigliaccamente le bocciano.
MA nel 2012 a cosa servomo i sindacati ?
da quanto deduco dai commenti….tica’ a quando le dimissioni…?? e cm dice emilio fido “CHE FIGURA DI MER…..!!
Il gesto del Sig. Della Valle in passato fu messo in atto anche dal titolare di una nota azienda di pasta
di Campofilone e se non ricordo male qualcosa di simile anche dal Sig. Ercoli della Azienda Eurosuole di Civitanova
Ricordo invece perfettamente che
queste persone ricevettero i complimenti da parte di tutti—-Sindacati compresi .
Rispondendo anche ad un commento vorrei aggiungere che la Tod’s non era tenuta a tale regalia e non facendola non incorreva certamente in qualcosa di illegale .
Poi se si vuol dire che tali gesti – quando le cose vanno bene andrebbero imitati da tutti gli imprenditori -be’ questo e’ un altro discorso- si sta pensando infatti
di modificare i contratti di lavoro
destinando una parte degli utili a tutti
quelli che hanno contribuito a crearli-
Ecco vede Sig. Tica – lei e’ su questa linea di contratti da modificare che dovrebbe sforzarsi un pochettino di piu’ – altrimenti sara’ destinato – così come i suoi colleghi andati all ILVA per cavalcare una situazione – di ritrovarsi a non poter piu cavalcare tanto duole quella parte del corpo a contatto con l arcione ..
Invece di lodare il comportamento della Tod’s e di Diego Della Valle, e portarlo di esempio di imprenditore illuminato, abbiamo spesso un atteggiamento negativo e maldicente. Se questo viene da un sindacalista è ancora più grave, perché non percepisce che sarebbe un esempio positivo da diffondere negli imprenditori. Invece di valorizzare e di dare un ruolo maggiore nella società alle persone migliori, ci danno fastidio e facciamo di tutto per metterci contro. Non abbiamo bisogno di un sindacato corporazione ed autoreferenziale, ma, al contrario, che valorizzi il meglio per portare ad una società solidale.
“Spesso la funzione “caritatevole” o “filantropica”, quando rivolta a persone singole, o plurime, assume una connotazione compassionevole, classista , restauratrice e patriarcale, financo cooptatrice, sicuramente non inclusiva, anzi marcatamente gerarchizzata.”
Dove ha imparato il buon Ticà frasi del genere, lui che fino a ieri chiamava il datore di lavoro “lo padrò” e si comportava come se ci fosse ancora la lotta di classe stile anni ’50.
Ma forse la pensa ancora così, se riflettiamo sul tenore del suo intervento. In fondo, per lui, di sbagliato non c’è il fatto che sia stato dato il bonus straordinario, ma che esso non sia stato preventivamente concordato con il sindacato e da questo accettato (ed è già un passo avanti, perché mi pare di ricordare – perdonatemi se erro – che lo scorso anno criticò tout court l’erogazione). Il sindacato come interlocutore esclusivo, necessario e necessitato di ogni iniziativa che riguardi il rapporto impresa/lavoratore.
Sarebbe bello se il sindacato potesse svolgere la suao funzione liberamente perché volontariamente accettato e ritenuto utile. Nela realtà invece, sempre più spesso cerca il suo ruolo come “istituzione” con scopi quasi esclusivamente autoreferenziali, e prescindendo dalle reali esigenze ed aspettative delle persone che “dovrebbe rappresentare”, ma che rappresenta sempre meno.
Si è mai chiesto Ticà, perché il suo sindacato non è mai riuscito ad inserirsi nell’azienda di Della Valle, come in quelle di molti altri imprenditori? Pensa che sia solo colpa de “li padrò” o invece sono gli stessi lavoratori a non sentirsi più rappresentati? Ci rifletta, ci rifletta …
Se Della Valle, mentre sfoglia il “suo” giornale Il Corriree della Sera, si degnerà di sbirciare Cronachemaceratesi non potrà che rallegrarsi del livello di appecoramento raggiunto dai “sui” dipendenti e dai molti “tifosi” accorsi in suo sostegno ( confondendolo il fatto con l’evidente antipatia per il mestiere di chi lo ha scritto).
Il prossimo anno poi, se ne ha voglia e se pensa possa essere utile alla sua immagine elargirà un’altra “liberalità”. Se non ne ha voglia non lo farà. Pazienza se i suoi dipendenti nel frattempo avranno ugualmente lavorato “tanto e bene” e gli avranno fatto fare buoni profitti. Sarà per un’altra volta.
E’ proprio vero che dopo 20 anni di cura “bunga bunga” in Italia la cultura del diritto è stata soppiantanta dal ripristino delle “signorie”.
Solo un sindacato ha criticato, solo per farsi pubblicita’.
Signorie? Ma anche prima del “premio” Della Valle era considerato un ottimo imprenditore dai suoi dipendenti.
Perche’ criticare a prescindere colui che si distingue?
Chi crede che questi “soldi” servono per assoggettare i propri dipendenti non si rende conto che oggi tutti i lavoratori sono preoccupati del futuro, e che sono piu’ che mai attaccati al posto di lavoro, e Della Valle lo sa, ed avrebbe potuto usare i soldi diversamente, invece li ha donati.
Come ho scritto in precedenza di imprenditori cosi’ ce ne sono, putroppo, pochi.
Ogni volta i commentatori di CM riescono a stupirmi, purtroppo mai in positivo.
@saben: Siamo in Italia, un Paese dove purtroppo gli atteggiamenti borbonici sono all’ordine del giorno, quindi non bisogna stupirsi se la gente è contenta di andare ad elemosinare con il cappello in mano al “gentil riccone” quello che invece in ogni Paese normale spetterebbe di diritto.
Di solito non commento questi articoli, per non scatenare i soliti “professionisti della tastiera”, però qualche cosa bisognerà pur dirla ed essendo in ferie ora ho un po’ di tempo a disposizione.
1) “Ricevere 1400 euro insieme a buoni per l’acquisto di libri di testo ed ancora un’assicurazione per motivi di salute- scrive – non solo fa piacere, fa soprattutto comodo, in particolar modo oggi che la crisi morde. Quando a riceverli sono lavoratrici e lavoratori dipendenti, ciò fa ancora più piacere in quanto assume maggior utilità. Da qui però a dire che in questo modo si affrontano i problemi della perdita del potere d’acquisto, soprattutto dei lavoratori a reddito fisso, direi proprio di no!”
Penso che basti questo primo passaggio per far capire il senso dell’intervento.
Capisco che oggi frutta di più frequentare palestre e discoteche piuttosto che studiare l’italiano, però poi non si può commentare qualcosa senza capirlo. L’attacco non è al bonus in sè, mi sembra molto facile capirlo…
2) Tutti gli onesti imprenditori di questo mondo che hanno aziende che vanno bene (molte meno bene di quella dell’illustrissimo Della Valle) fanno contrattazione aziendale, cioè concordano la quota di salario aggiuntivo che viene erogata ai dipendenti in relazione all’aumento di produttività, ovviamente rivalutata rispetto all’inflazione e nella stragrande maggioranza dei casi, in aziende delle dimensioni della Tod’s detto premio è anche superiore a quello liberamente elargito dall’Illustrissimo.
Perchè secondo voi Della Valle rifiuta di mettere il premio in un contratto, come fanno migliaia di suoi colleghi imprenditori? Forse perchè in questo modo, oltre ad avere un ritorno in termini di immagine (basta sfogliare i vostri commenti, com’è umano lei..), si tiene le mani libere e se magari il prossimo anno ha un leggero calo di utili invece che tagliarsi il proprio profitto non erogherà la regalia.
Se oltre a scrivere le solite ridicolate varie tipo “vai a lavorare, si stava meglio quando si stava peggio, viva la figa”, riusciste anche a fare un ragionamento secondo me staremmo tutti meglio.
E magari questo Paese uscirebbe dal 1800, quando gli operai che avevano bisogno dovevano andare dal padrò, togliersi il cappello, mettersi in ginocchio e poi uscire dicendo “grazie signore, lei è proprio un bravo padrone”. Ma forse è quello che gran parte di voi sogna per il futuro dell’Italia..
lasci stare signor lucenzo, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.. l’articolo è talmente chiaro che non ci sarebbe bisogno di spiegarlo (anche se lei l’ha fatto in maniera chiara).. debbo pensare che i lettori che lo hanno commentato pensano veramente che DIO (pardon DELLA VALLE) sia un mecenate.. ognuno è libero di pensarla come vuole, ci mancherebbe, ma che tristezza..
….il sig. Della Valle non ha tolto nulla agli altri dipendenti; ha solamente premiato (con i propri soldi) quei dipendenti che hanno dato di più o/e meglio. Tutti i datori di lavoro dovrebbero premiare il merito!
Sono stato iscritto Cgil, da anni non sono iscritto perchè ho perso i requisiti per esserlo.
Questa premessa mi sembra indispensabile per far comprendere il mio pensiero.
Capisco il commento del Sindacalista e capisco molti commenti sopra espressi.
Per il cittadino italiano l’interesse principale è la vil pecunia, disquisire di diritti e dignità è “lana caprina” Chi si preoccupa quando chiede una raccomandazione della propria dignità, chi si preoccupa quando si imbosca in attività prive di utilità e qualificazione professionale di ciò che fa, nessuno.
L’importante è avere lo stipendio e potersi permettere capi griffati per se o per figli.
Una critica però la rivolgo anche al sindacato, non personalmente al Sig. TIcà ma in genere al sindacato.
Perchè in Germania le aziende producono, investono e acquisiscono mercati?
Perchè siedono addirittuta in molti consigli di amministrazione?
Non mi dite che il merito è solo dei Tedeschi e delle loro leggi, il motivo è ache un’altro.
Al ns, sindacato interessa troppo il rispetto dei diritti dei lavoratori anche a scapito della prosperità aziendale.
Un sindacato moderno dovrebbe invece tendere allo sciluppo complessivo dei lavoratori, quindi avere il coraggio di attuare scelte apparentemente contrarie ai suoi interessi di breve per salvaguardare la prosperità futura.
Cosa che il sindacato non faceva quando si accontentava di assunzioni a Pomigliano dove usciva l’auto più “arrugginita” della storia dell’automobile.
E’ rimasta questa azienda, questa società che nelle marche da garanzie di sicurezza, di lavoro e di retribuzione
e puntualmente spunta il solito sindacato che vuole mettere sopra le sue grinfie, e fa salti mortali per aggiudi
carsi il merito. Senza rendersi conto che ottiene l’opposto, se Della Valle dovesse fare marcia indietro grazie
all’assurdità della richiesta sindacale, cosa direbbero i lavoratori? E se di punto in bianco poi decidano di strac
ciare la tessera in faccia al sig. Tica, come reagirebbe. E se la guerra chiede guerra, e Della Valle iniziasse
magari anziché assumere come ha fatto fino ad oggi, procedese a licenziamento, questo sindacato se ne assume
la responsabilità? Pensate che capronata a cui si assiste: il sindacato si mette contro un datore perché fa delle
operazioni a favore dei propri dipendenti. Ma c’è qualcuno che si rende conto di che sindacati abbiamo in Italia,
ed in un momento in cui si fa fatica ad arrivare alla fine del mese, si raglia contro un datore di lavoro, a cui
nulla si puiò rimproverare se non che ha differenza di altri fa troppo per questo paese, e che forse vale la pena
di cominciare a pensare che altrove si trova di meglio, di molto meglio.
Sarebbe molto interessante conoscere quanti di coloro che bocciano Della Valle, quanti sono a lavorare negli stabilimenti di Della Valle.
quanti in realtà conoscono la realtà di tale industria, quanti sono sindacalisti, e non mostrano la loro identità.
Il contratto collettivo è di tutta la categoria, e non può essere della Valle che può modificarlo anche per
tutti gli altri, quindi esiste la liberalità. Certo al sindacata fa rabbia notare che un datore di lavoro elargisce
quanto il sindacato non ha mai proposto o chiesto. Comunque io credo che la scelta non spetti proprio al
sindacato ma ai lavoratori. Vedete se trovate dipendenti disposti per amore del Sig. sindacalista a rinunciare
alla cifra prospettata.
sono stata iscritta alla cgil ora non piu’,è una camera del lavoro confusa contraddittoria incapace e questo intervento non è che sia chissa’ che..si dimentica il sindacalista o quanto meno sembra esserlo che l’Italia vive sulla carita’ ,è stato sempre cosi’ e si è alimentata proprio anche a causa dei cd sindacati tutti dei lavoratori,lobby di merda che non fanno i sindacalisti doc quelli veri ma si crogiolano sulle parole,sulle teorie,sulle loro scrivanie,sui loro stipendi che superano tutti i 1000 euro e oltre,la cgil in questione è patetica,macerata.di solito non generalizzo ,solo quando sono incazzata lo faccio,seriamente scrivo che sapevo di Della Valle che era stato condannato per condotta antisindacale anni fa e questo lo fanno anche gli enti pubblici,quindi che dire..gli interessi personali sono cio’ che contano e cio’ che fa muovere un individuo ,ovunque.
rendiamoci conto che ogni azione ha un tornaconto personale ad ogni livello e quindi vale anche per della valle i dipendenti le loro famiglie il fatturato di quella multinazionale ecc ecc
il sindacalista parla di SUDDITANZA PSICOLOGICA ed è vero,tanti datori di lavoro privati e pubblici la mettono in atto perche’ sanno che funziona,tanti italiani preferiscono essere “sudditi” piuttosto che “pensanti”,accade in ogni luogo non solo a lavoro ed è chiaro che quindi a mio avviso riguarda proprio l’approccio che le persone hanno verso gli altri perche’ se sono sudditi a lavoro lo sono anche nelle loro famiglie,
lo stato italiano molti anni fa ed il sindacalista lo sa meglio di me ha firmato un concordato con la chiesa cattolica ed eccoci qui questa è la situazione italiana,sudditi,servizievoli sempre,ignoranti,non sembra di vivere nel 3 millennio.Riguardo alla politica di Della Valle è vera un aspetto e cioè che se i dipendenti sono trattati bene anche economicamente allora il fatturato aumenta perche’ lavorano meglio,sono piu’ collaborativi e quindi il circolo economico di della valle va a gonfie vele,lui è contento ed i dipendenti anche.
Della Valle non è stupido e queste cose le sa ed infatti le ha attivate.
diamo a cesare quello che è di cesare diceva qualcuno molto piu’ acculturato e preparato di me e di noi..