Sono al lavoro da quando il mare si è calmato ma i bagnini di Porto Recanati, mentre ripristinano le spiagge devastate dalla mareggiata, pensano anche alla Bolkestein (leggi l’articolo). Questa mattina, parte della serata di mercoledì e oggi pomeriggio, infatti, alcuni chilometri di costa portorecanatese sembravano tornati indietro al mese di maggio. Qualcuno è riuscito subito con le ruspe a spianare la spiaggia che, nei giorni di mareggiata, aveva creato scalini di mezzo metro per i più fortunati e oltre un metro per gli operatori del settore balneare più colpiti. Altri, ieri alle 9, erano già pronti ad accogliere i turisti quasi come se nulla fosse accaduto ma la testimonianza della forza delle onde erano i “colleghi” ancora alle prese con gli ombrelloni da piazzare e la pendenza sempre più alta verso il bagnasciuga come a Scossicci, nell’area turistica per eccellenza della città. Altri ancora, infine, avevano appena terminato i lavori con le ruspe e la spiaggia (libera) era pronta ad accogliere turisti e attrezzature. Eppure, in tempi di crisi e di mareggiate, molti bagnini avevano anche la testa alla Bolkestein e si sono riuniti per concordare la protesta del 3 agosto: ombrelloni chiusi fino alle 11. La direttiva europea, infatti, non scherza: nel 2015, ovvero tra sole tre stagioni, gli chalet andrebbero all’asta senza considerare fatiche e investimenti degli “artigiani” della spiaggia, a vantaggio di multinazionali e grandi gruppi imprenditoriali.
Il presidente dell’Associazione Bagnini L’Ancora, Marco Dovesi diplomaticamente preferisce non esporsi ma ribadisce solo alcuni concetti sui due fatti, maltempo e direttiva. “La mareggiata ci ha colpito, il problema è sotto gli occhi di tutti da anni” dice Dovesi “e non si può certo negare che va trovata in fretta una soluzione”. Sulla Bolkestein e dopo la riunione di ieri mattina indetta da Claudio Pini dell’Abat-Sib-Confcommercio, alla quale non ha partecipato per motivi personali, conferma: “L’associazione aderisce nonostante le assenze alla riunione visto che molti erano impegnati con la mareggiata. Speriamo serva a qualcosa”. Dei 52 titolari di chalet, infatti, ce n’erano solo una ventina e dal sentore qualcuno potrebbe non partecipare mentre altri parteciperebbero solo se “stimolati” dai vicini in una sorta di reazione a catena. “Se lo faranno tutti parteciperò” hanno detto in molti “ma ci saranno disagi per i clienti e non so se servirà”.
Sulla lunghezza d’onda del presidente Dovesi anche Andrea Marcelli del Barracuda di Scossicci, nel direttivo dell’Ancora e che fino allo scorso anno ha passato le pene dell’inferno con le mareggiate, risolte grazie al ripascimento, posa della sabbia, di giugno 2011. “Capisco le sofferenze dei colleghi per il maltempo perché ci sono passato: ora è tempo di fare qualcosa di concreto” spiega il responsabile della Difesa della costa dell’Abat che sulla Bolkestein è solidale con gli altri “E’ necessario chiudere per dare un segnale e lo faremo”. Stessa cosa anche per Mauro Monina dell’Acropoli, sulla litoranea per Numana, che condivide spiaggia in sofferenza per la mareggiata col confinante Bebo’s. “Dobbiamo offrire un servizio con quello che abbiamo, far finta di niente e lavorare il triplo, ma i turisti non sono ciechi e la spiaggia è sempre peggio” sottolinea preoccupato il bagnino. La parte opposta della costa, all’estremo sud, è un work in progress. Enzo Pandolfi dello chalet La Rotonda è stanco dopo una mattinata sotto il sole a piantare ombrelloni. “Questa è la bandiera blu che abbiamo: neppure eventi metri di spiaggia, l’impossibilità di soddisfare i clienti e le nostre famiglie” dice il bagnino mentre German Scalmazzi, voce della nuova generazione della stessa proprietà, è più diplomatico: “Diciamo sempre le stesse cose e di fatti ne vediamo pochi, ma la situazione deve cambiare o non andremo più avanti”. Stessa cosa, poi, sulla Bolkestein: “Faremo quel che ci dice la categoria, anche se ci rimetteranno proprio i nostri clienti”.
Dispiaciuto per i turisti anche Marco Antognini dello chalet Mauro: “Il problema ci tocca parzialmente (siamo sul proprietà privata) ma siamo con la categoria”. Sulla spiaggia ridotta a un fazzoletto, come portavoce del comitato l’Unione fa la costa che riunisce almeno 2000 tra residenti e turisti proprietari di circa 400 appartamenti della zona, il bagnino è fiducioso: “La situazione peggiora e non possiamo far altro che affidarci alle istituzioni della nostra zona che sono il punto di riferimento per interloquire con le alte sfere”. In centro, invece, mostra più delusione Andrea Pagliericcio che gestisce coi fratelli lo chalet Panetti: “Le spese aumentano ogni anno e a ogni mareggiata dobbiamo mettere mano al portafoglio per pagarci la ruspa e coi turisti non riusciamo a pareggiare i conti. Speriamo in un agosto positivo”. Il sindaco Rosalba Ubaldi, comunque, ha interessato le istituzioni sopra di lei, compreso il presidente della Regione Gian Mario Spacca al quale ha inviato un telegramma “corposto”, e ha già assicurato un ripascimento da 417mila euro a ottobre. Gli altri 4 milioni di euro per la spiaggia sud e le civili abitazioni, per ora sono ancora bloccati e neppure la Regione, vincolata con 3 milioni di euro ma solo con l’arrivo del denaro “romano”, ha in programma di mettere mano al portafogli.
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Direttiva europea sacrosanta che va recepita senza se e senza ma. Le spiagge sono un bene di tutti e la loro gestione va quindi affidata tramite regolare gara a cui possono partecipare anche gli attuali gestori in maniera trasparente e chiara. Se l’Italia non receperirà questa direttiva incorrerà in sanzioni pecuniarie e quindi altre tasse su tutti soprattutto su chi le paga regolarmente…. Ben vengano multinazionali e grandi imprenditori, che ci sarebbe di male? I piccoli gestori hanno mai regalato qualcosa? Personalmente non mi hanno regalato nemmeno una caramella da 10 cent. Quindi perchè ostacolare chi avrebbe grandi capitali da investire creando molti più posti di lavoro e strutture moderne. Viva la legalità e la trasparenza.
Viva la libertà economica, politica, religiosa, sindacale, scientifica, sociale e civile, abbasso le burocrazie politiche, sindacali e religiose.