Il Rettore di Urbino: “Il nuovo statuto
riscrive la nostra storia”

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“Il nuovo statuto, in attesa di approvazione dal ministero, non e’ un atto dovuto in seguito alla riforma Gelmini, ma un’occasione per ripensare e riscrivere la storia dell’ateneo”. Lo ha detto il rettore dell’universita’ ‘Carlo Bo’ di Urbino, Stefano Pivato, nel suo intervento alla cerimonia di di inaugurazione dell’anno accademico 2011-2012, nell’aula magna dedicata a Paolo Volponi.

Parlando del tema delle trasformazioni all’interno dell’ateneo, Pivato ha sottolineato che “il nuovo statuto ha rinnovato la struttura di governo dell’ateneo, dal ruolo del rettore a quello degli organi accademici, senato accademico e cda”. “Lo statuto allarga partecipazione alla vita universitaria”, ha aggiunto, citando come esempi “l’estensione pieno diritto di voto a ricercatori per elezione rettore e i principi molto avanzati per le pari opportunita'”. Il rettore ha anche posto l’accento sui tagli e sui conseguenti “importanti interventi di razionalizzazione”. Nell’arco degli ultimi due anni, i dipartimenti sono scesi da 16 a 9, i corsi triennali da 44 a 15 e le lauree specialistiche o magistrali da 27 a 16. Il personale docente e’ calato, dal 2004 al 2010, di 109 unita’ (-16,7%), piu’ che doppia rispetto a media nazionale (-7,09%).
“Un ridimensionamento significativo e’ stato necessario anche per il personale tecnico amministrativo”, che ha perso 48 unita’ tra 2004 e il 2010″.

Presenti anche il rettore dell’ Università di Macerata  Luigi Lacchè  e il rettore di Camerino Flavio Corradini.
Momento centrale dell evento l’intervento di Enrico Giovannini, presidente dell ISTAT, che ha illustrato la situazione economica del paese soffermandosi sul fatto che l’Italia non è una nave arenata su un fianco, riferendosi alle ultime news di cronaca, ma piuttosto un paese che per anni è vissuta dentro Matrix, senza rendersi conto della realtà reale in cui staziona la nazione, forse solo dopo molto ha iniziato a domandarsi perché e come si fa a sopravvivere, una nazione che ha un livello uguale di esportazioni/importazioni, sopravvissuta con investimenti. “Ci troviamo – ha detto –  in un mondo diverso da quello che conoscevamo, con nuovi mercati , nuove regole e nuovi rischi, la macchina Italia aveva iniziato a ripartire ma poi con la “Gelata” si e rifermata.  Ci sono nuovi rischi, occorre impegnarsi al meglio e con i nostri mezzi , in modo tale da non avvinghiare ilricambio generazionale, occorre che il giovane immagini nuovi scenari e strumenti con cui operare per evitare di essere escluso”



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