di Alessandra Pierini
Una legge regionale per il sostegno e la promozione di osterie, locande, taverne, botteghe e spacci di campagna storici è stata presentata questa mattina in una conferenza stampa che si è svolta nei locali de “Lu spaccittu” sorto proprio dove in passato si trovava uno di questi locali storici. Sarà Enzo Marangoni, consigliere regionale Lega Nord, a proporla all’assemblea legislativa delle Marche. «L’idea di questa legge nasce dal mio contratto elettorale – spiega Marangoni – nel mio programma avevo infatti inserito la tutela della nostra identità alimentare in un settore ormai invaso da ristoranti cinesi, Mc Donald e kebab. La proposta era stata presentata in precedenza dal consigliere Lippi che non è stato rieletto. Io l’ho ripresa anche sollecitato da Gabor Bonifazi che ha scritto un libro sulle osterie del maceratese. La proposta di legge, firmata da esponenti di tutti i partiti, ha la finalità di valorizzare e conservare esercizi e locali pubblici, in attività da almeno 50 anni, testimonianza della tradizione marchigiana. Nella legge è richiesta la collaborazione dei Comuni che sono chiamati ad identificare questi luoghi di interesse e segnalarli per istituire un censimento, un elenco regionale e una guida dei luoghi storici, oltre ad un sito internet.» Marangoni presenterà anche una mozione per chiedere un testo unico regionale per la tutela della cultura dell’identità alimentare.
Il testo “L’osteria dei Pettorossi” è unico nel panorama regionale ed è corredato da foto, modi di dire e testimonianze, illustrate dall’autore Gabor Bonifazi: «In passato si diceva “Se casca un signore s’è sbisciatu, se casca un purittu s’è mbriacatu”. Questo detto porta a far confusione anche nel mondo delle osterie. L’osteria non è la cantina, non è il luogo in cui si beve ma è il luogo con cui si ospita. Questi locali storici, ne sono rimasti una ventina nella nostra provincia e non più di 100 in tutte le Marche erano in passato molto diffuse ma con gli anni sono scomparse, in primo luogo a causa dell’introduzione di un nuovo sistema fiscale, poi con l’avvento dei registratori di cassa e per finire con il terremoto.»
Le osterie sorgevano spesso a ridosso delle poste e, in un’epoca in cui si viaggiava a cavallo, erano attrezzate per le esigenze dei cavalieri ma anche i residenti vi trovavano la loro dimensione ideale: «Nell’elenco dei giochi vietati, che si facevano comunque all’interno dell’osteria, c’era anche la passatella che prevedeva delle penitenze in bevute per cui spesso al termine tutti i giocatori erano ubriachi. Tipica dell’osteria è la fojetta, contenitore in vetro che aveva una capienza di mezzo litro di vino ed è stata introdotta per evitare che l’oste riempisse i contenitori, prima in coccio, per una misura inferiore rispetto alla loro capacità. E fu il Papa Castiglioni di Cingoli a far abbattere i cancelli che il suo predecessore Pio VIII aveva fatto mettere alle osterie che potevano servire da bere ai clienti solo fuori dai cancelli. »
Il consulente tecnico nella stesura della proposta di legge è stato Fabrizio Lorenzotti, docente dell’Università di Camerino: «La legge è composta di 7 articoli, in particolare l’articolo 2 prevede un censimento ed un elenco regionale dei locali storici, il terzo invece regola l’attribuzione di un logo da apporre nel locale che sarà inserito in una guida regionale nella quale saranno indicati fatti storici, presenza di personaggi illustri e caratteristiche dell’esercizio. Nell’articolo numero 4 sono stati invece inseriti dei finanziamenti a fondo perduto di 25.000 euro per il recupero e la valorizzazione dei locali.»
Uno dei problemi più gravi dei locali storici è infatti il passaggio generazionale, come sottolineato dal sindaco di Cupramontana presente alla conferenza: «La regione Marche è spesso maestra a incartarsi con le proprie mani. Ci sono dei vincoli assurdi che non permettono a questi locali di mantenere la loro destinazione d’uso in virtù di norme di igiene e sicurezza. I Comuni sono perciò costretti ad operare con continue deroghe ma bisognerebbe trovare il modo di agevolare il passaggio, come accade in molte altre regioni italiane.»
Nelle osterie non può mancare il cibo e l’incontro non poteva che concludersi con la merenda dell’osteria a base di polenta, paccheri, lumache di terra, nervetti, fagioli, stoccafisso e trippa, piatti poveri della tradizione che sono oggi diventati un’eccezione nell’alimentazione tipo.
httpv://www.youtube.com/watch?v=kovGuBlCQy4
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Favorevole. Purche’ non sia “contro”.
Invece di fare leggi per sbattere dentor i delinquenti fanno leggi per promuovere i locali storici… se i locali storici vengono snobbati un motivo ci sarà o il cibo non è buono oppure i prezzi sono alti.
Fate leggi intelligenti non leggi per mettervi i soldi in tasca!
ah dimenticavo… 25.000 Euro a fondo perduto… prese dalla nostre tasche!
Credo che sia meglio tutelare i nostri locali storici e i gli stessi gestori che hanno a vedersela con controlli igienico sanitari pressanti piuttosto che dare spazio alle rivendite di non si sa quali generi alimentari(?) misti a barbieria, telefonia, ecc. dei nostri cari ospiti …. extracomunitari.
Là i nostri soldi rientrano, quà?
Leggi per sbattere dentro i delinquenti ce ne sono anche troppe. E’ che non si fanno rispettare. Se certi, pochi, locali “storici” vengono snobbati ci sono tanti motivi. Ma perché chiederselo se tante persone vanno a mangiare non so che cosa nei MacD? O comprano olio (sic) extra (sic) vergine (sic) di oliva (sic) al supermercato?
Ci sono problemi più importanti! L’identità locale non si difende così. Con queste cose si si può fare un libro, una ricerchina, una chiacchierata, ma non certo una seria poltica di rilancio identitario delle comunità locali.
lasciamo perdere………….marangoni, c’e’ altro da fare e lei lo sa’ la gente ti ha votato per altre cose.
Certo che c’è altro da fare! Anzi molto altro! Ma quanto trattato in oggetto rientra nella cultura enogastronomica storica del nostro territorio. Un consiglio:quando avete un’ospite invitatelo al Mc Donald o a gustare il kebab e le carni halal! Anche questo è tipico.
Encore une belle initiative pour soutenir les cultures et les traditions dans ce conteste mondialiste. Nous de l’archi-architecture nous croyons en la valorisation de la culture immatériel représenté par l’Osteria!