di Alessandra Pierini
Di certo quella dell’intrattenitrice dei clienti in Night club non è una figura professionale da poter cercare con disinvoltura in un ufficio di collocamento o in un’agenzia interinale. Per questo una ventina di “impresari”, così definiti dagli investigatori, hanno pensato bene di colmare il vuoto inventandosi un nuovo lavoro con illecite attività di intermediazione. Si chiama “Caporalato al night club” l’indagine di polizia giudiziaria ancora in corso e nell’ambito della quale il personale della Divisione di Polizia Amministrativa ha già denunciato alla Procura della Repubblica di Macerata sei persone, ma nei prossimi giorni arriverà a 20 il numero dei soggetti che hanno commesso questo insolito tipo di reato per un totale di cinquanta episodi illeciti. In seguto alle indagini, nell’ambito delle quali sono stati effettuati 40 controlli ai vari night club della provincia, saranno inoltrate ai competenti Uffici della Guardia di Finanza segnalazioni riguardanti venti soggetti, compresi quelli già denunziati, che hanno svolto l’attività illegalmente , i cui corrispettivi, introitati completamente in “nero”, generano una totale evasione fiscale, già accertata per circa duecentomila euro.
“Il termine caporalato – ha spiegato il vicequestore di Macerata Piernicola Silvis – è stato preso a prestito dal settore dell’agricoltura dove indica un metodo malavitoso di sfruttamento della manovalanza. In questo caso siamo nel settore dei night club, dove di solito accertiamo giri di stupefacenti o denaro sporco. Questa è una nuova tipologia di reato.”
A precisarne i dettagli, il primo dirigente della Questura di Macerata Marcello Gasparrini, ironicamente definito da Silvis come “il terrore degli erotomani delle Marche”. “Nella nostra provincia – ha precisato Gasparrini – abbiamo un numero di night club elevato in rapporto ai residenti. Teniamo sotto controllo queste attività, ad esempio l’ultimo locale notturno Angeli & Fiori è stato aperto a Civitanova Marche. Da un controllo effettuato nella serata inaugurale abbiamo accertato che l’esercizio dell’attività di pubblico trattenimento era svolta in assenza delle prescritte autorizzazioni ed agibilità, lo abbiamo segnalato al Comune di Civitanova Marche che ne ha disposto la cessazione immediata dell’ attività.”
I soggetti denunciati invece non sono gestori di Night club ma ex clienti che hanno capito che improvvisarsi impresari poteva assicurare loro una fonte di guadagno. Per i gestori di Night era infatti più facile rivolgersi agli intermediari che cercare autonomamente le ragazze: “Riuscivano ad incassare – va avanti Gasparrini – dai 10 ai 25 euro a sera per ogni ragazza. Abbiamo colto in fragranza un cittadino di San Severino Marche di 40 anni che nel maggio scorso stava tentando di collocare presso un locale notturno di Tolentino due ragazze straniere, una marocchina di 24 anni residente a Reggio Emilia e una rumena di 21 anni residente a Fermo. Nel corso di una perquisizione domiciliare, abbiamo sequestrato la sua autovettura utilizzata come mezzo di trasporto, alcuni documenti ed una somma complessiva in denaro di Euro 2.315,00, e 17,00 LEI (n.d.r. la moneta rumena). Nelle successive indagini effettuate presso altri due night club, di Civitanova Marche e di Appignano, risultava che lo stesso vi aveva collocato al lavoro altre cittadine rumene e polacche. ”
Nell’ ulteriore prosieguo delle indagini, sono stati poi denunciati 5 uomini italiani di età compresa tra i 40 e i 50 anni e residenti a Osimo, Massignano, Civitanova Marche, Montesilvano e Recanati , tutti ritenuti responsabili della stessa figura di reato consumato in diversi e distinti episodi. Tra i 6 c’è un imprenditore edile, un titolare di un’azienda servizi, un disoccupato e qualcuno già noto, per altre ragioni, alle forze dell’ordine.
“Per questo tipo di reato – ha sottolineato Walter Busiello, portavoce della Questura – non è previsto l’arresto a meno che non si configuri un’associazione a delinquere che in questo caso non sussisteva. Per questo nessuno è stato trattenuto pur in flagranza di reato.”
In alcuni casi gli “impresari” avevano costituito delle ditte di servizio e consulenza e mentre spesso il servizio di intermediazione veniva effettuato senza fattura, in altri casi l’attività illecita veniva mascherata con regolari fatture di consulenza. “Abbiamo interrogato i gestori dei locali e le ragazze – precisa Gasparrini – e tutti hanno confermato. Tra l’altro alcuni di questi impresari utilizzavano siti internet in cui promettevano guadagni fino a 7.500 euro mensili. In realtà le ragazze, per lo più rumene e polacche, venivano assunte per molto meno anche se con regolare contratto, l’illecito sta nell’attività di intermediazione che richiede specifiche autorizzazioni.”
L’indagine ha permesso anche la segnalazione alla competente A.G. di un cittadino italiano di 39 anni residente a Barletta per il reato di ricettazione poiché nello svolgere la stessa attività di intermediazione, utilizzava per i contatti telefonici una sim card intestata ad un ottantenne di Pescara il quale, interrogato da personale della Squadra Mobile della Questura di Pescara, risultava ignaro anche della esistenza di tale utenza attivata a suo nome presso un negozio di telefonia di Pescara.
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