Dall’Idv Macerata:
“L’Italia dei Valori prende atto della scelta del Sindaco Carancini di nominare la Giunta cittadina escludendo la rappresentanza dell’Italia dei Valori: una scelta non condivisa da IDV che, allo stato dei fatti, si trova costretta ad un “appoggio esterno” che non esimerà il partito ad uno studio approfondito di ogni atto di questa Amministrazione e da un voto secondo coscienza volta per volta, a partire da quello per la Presidenza del Consiglio Comunale.
L’Italia dei Valori rappresenta il secondo partito di maggioranza in Regione, oltre a rappresentare il 4,7% dei cittadini di Macerata, riveste un ruolo fondamentale nella coalizione di centro sinistra dove si è sempre dimostrato un fedele alleato, nel rispetto dei valori che rappresenta, per questo motivo ci sembra incomprensibile la scelta di Carancini.
Nel contatto intercorso tra il Sindaco e il partito nella tarda serata di giovedì, quando il primo cittadino ha comunicato la decisione presa, l’Italia dei Valori ha riconfermato a Carancini che il nome del candidato a ricoprire quel ruolo vacante deve rispettare l’indicazione dell’IDV.
Restiamo a disposizione per un incontro con il Sindaco, prima della data del primo Consiglio Comunale, ad oggi fissato per lunedì 3 Maggio, per la definizione del nostro ruolo, per poter dare il nostro contributo al Governo della città.
Auspichiamo infine un intervento delle Segreterie Provinciali e Regionali del PD, che sarà da noi richiesto, in quanto la gravità del comportamento del Sindaco di Macerata rischia di avere ripercussioni a tutti i livelli”.
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Non conosco i retroscena che hanno portato a questa primissima contrapposizione tra i partiti vincitori delle elezioni. Il dato politico però è interessante; nell’altro articolo è lo stesso Carancini ad affermare di asupicare di aggiungere un ottavo in giunta, proprio dell’IDV. Da questo comunicato si apprende che il “diktat” dell’IDV evidentemente c’è stato, ed altrettanto evidente è stata la posizione di rifiuto del neoeletto sindaco. Quindi il problema è sul nome specifico, segno che evidentemente c’è stata un’analisi approfondita su chi mettere ed in quale posto, e non una mera spartizione delle poltrone e degli incarichi dopo la vittoria riportata al ballottaggio.
Questo è indice di una volontà politica che probabilmente deluderà quanti si aspettassero un candidato debole e sottoposto al giogo dei partiti.
Molto probabilmente si troverà una soluzione ed un compromesso tra IDV e Carancini.
Tuttavia credo che il possibile scenario che può prospettarsi a Macerata possa nuocere più al partito in questione che al neo-sindaco. Mi spiego meglio; se l’IDV insistesse nel proporre il suo nome, magari fino al punto di forzare Carancini ad accettare, l’IDV ne verrebbe fuori come più preoccupata alla “caccia alla poltrona” che di questi tempi tutti, da destra a sinistra, giurano di abiurare (seguendo l’appeal della cosiddetta “antipolitica”) che non ai problemi di Macerata. Visto che la nuova giunta non ha ancora fatto niente, non reggerebbe la scusa di dissapori circa l’azione politica della giunta Carancini, perché Carancini stesso non ha ancora, ovviamente, fatto niente di concreto.
Giova anche ricordare che l’IDV, pur in virtù di un’eclatante performance alle regionali, non è stata determinante per la vittoria di Spacca. Scartata l’ipotesi di un’assurda alleanza col partito di Berlusconi, se avesse corso da sola oppure appoggiando Rossi, Spacca avrebbe vinto comunque, numeri alla mano.
Carancini può in ogni caso uscirne vincitore; se l’IDV decidesse di trovare un altro nome in accordo col sindaco – che ha più volte ribadito il suo diritto a scegliere in autonomia la giunta – si tratterebbe di una “vittoria comune”; se al contrario si incaponisse e restasse fuori della Giunta, Carancini potrebbe sostenere di essere veramente indipendente ed autonomo, nonostante tutto e tutti. D’altronde si è imposto, seppur di poco, alle primarie del PD ed ha vinto nel capoluogo della provincia che poco tempo prima era stata conquistata dal candidato del Pdl. Staremo a vedere!
Il problema è che spesso se metti una ferrari in mezzo a delle punto poi, alla distanza, si vede quale è la macchina più performante….
A Di Pietro vorrei dire……ero tentato di aderire all’IDV per la stima per Di Pietro, ma se i suoi fanno cosi’ me ne guardero’ bene. Forse ho sbagliato a giudicare Di Pietro, almeno nella sua capacità di scegliere gli uomini.
Per Ciccarelli: L’IDV di Macerata non faceva parte delle amministrazioni precedenti ( insieme ai Verdi).Dunque è un partito nuovo.L’IDV aveva proposto una Giunta “estrema”, vale a dire se proprio si vuole essere nuovi la novità deve essere trasversale ( cioè deve valere per tutti i partiti, ivi incluso il PD). Per quanto riguarda le regionali l’ottima performance dell’IDV è indiscutibile. Che poi Spacca avrebbe potuto vincere anche senza UDC è probabile ma non dimostrabile. E’ dimostrabile, invece, che senza IDV non avrebbe potuto vincere.Quanto a Macerata si è tentata una geometria diversa da quella regionale, senza UDC ma con Rifondazione comunista e Comunisti italiani che insieme hanno avuto una ottima performance.L’operazione di “sfondamento” a destra è riuscita di poco.
Per Sorge il sole: quanto a Di Pietro nessuno può mettere in dubbio che la sua “opposizione” a Berlusconi sia fertile e produttiva. Se, infatti, la Sinistra tende a perdere voti, è possibile addebitare la perdita ad una sorta di “linea blanda” nei confronti di Berlusconi. Fini docet.
Sig. Garufi, io credo onsetamente che le alleanze per le regionali e le comunali non siano state dettate da una regia dell’IDV, ma da altri fattori. Sono su due piani diversi, per questo ho trovato inopportuna la “minaccia” del suo partito di ripercussioni a livello anche regionale. Intendiamoci, inopportuna politicamente, ma del tutto legittima, tant’è vero che il comunicato è stato fatto come è nel pieno diritto dell’IDV stessa.
Ad occhio chi sono i “vecchi” rimasti in giunta, a parte Canesin? Glielo chiedo perché sicuramente può essermene sfuggito qualcuno, ma di Canesin sono sicuro perché tra l’altro è menzionato nell’altro articolo come uno dei più longevi membri del consiglio comunlae. In ogni caso il problema penso sia la qualità delle persone, non la quantità di vecchio o di nuovo che si butta dentro. Mi pare fosse lei in un intervento di non molto tempo fa, ad interrogarsi proprio su questo punto, chiedendo chi meritasse l’assessorato tal dei tali, tra un politico ed un accademico di chiarissima fama. E’ realistico sostenere che tutto, ma proprio tutto tutto quello che viene dalla giunta precedente è “marcio” ? Sarebbe stato un autogoal abbastanza clamoroso ed anche una visione miope, perché magari (ipotizzo, non conoscendo personalmente nessuno dei nomi indicati) si sarebbero escluse a priori persone competenti per metterne altre politicamente vergini, ma magari con meno qualità/titoli. Certo è un discorso molto più semplice per un partito che non faceva parte, prima, delle precedenti amministrazioni. Tuttavia il messaggio dello scorno sulla poltrona rimane, e bello grande; perché Carancini avrebbe dovuto accettare passivamente questa imposizione dell’IDV, quando veniva accusato di essere ostaggio del suo partito, il PD, che è il maggiore della coalizione di centrosinistra? Io non credo. Perché un sindaco-marionetta è quanto tutti “temono” ma alla fine, nella logica dei partiti, forse il risultato migliore. E’ altrettanto vero che l’IDV è una forza importante ed è auspicabile trovare una soluzione, come credo che avverrà. In caso contrario, sarebbe un po’ difficile giustificare la crisi prima ancora che la giunta abbia iniziato il suo lavoro.
Caro Ciccarelli.
I vecchi del Pd sono sempre seduti in cabina di regia.
Magari ora non ci mettono più la faccia e ci sono i pupi al loro posto, ma sono sempre imbullonati davanti al quadro comandi.
Quando si vince per 127 voti si dovrebbe essere più umili. Se il PD voleva fare la voce grossa la doveva fare prima non adesso. Avrebbe dovuto correre da solo.
Gentile Sig. Cerasi, probabilmente è come dice lei; tuttavia io tendo a giudicare i fatti, per cui aspetto qualche tempo prima di esprimere un qualsiasi giudizio sulla giunta Carancini. Un primo fatto, però, è che mi pare sia rimasto ben poco della vecchia, quando la stragrande maggioranza dei partecipanti di questo sito dava per scontata la “tirannia” dei partiti che avrebbero imposto a Carancini di riconfermare pressoché tutti gli ex della squadra di Meschini.
Sig. Gelsomino; è la coalizione che ha vinto per 127 voti sul centrodestra, non il PD sull’IDV. A dirla tutta, i partiti si sarebbero potuto accordare prima, ma almeno in teoria gli accordi e gli apparentamenti dovrebbero essere decisi sulla base di punti programmatici condivisi, non sulle poltrone. Il fatto che il primo scontro sia su una poltrona e che al momento il “diktat” non sia stato obbedito è, a mio avviso, uno spot in più per Carancini, tutto qui.
Mi è sembrato di capire che Carancini aveva chiesto ai partiti una rosa di nomi tra cui scegliere gli assessori. L’IDV ha voluto proporre un unico nome. La fermezza del neo sindaco mi è sembrato un primo segnale molto positivo.
Ma un Partito sarà libero di farsi rappresentare da chi sceglie lui o no? Non sarà mica che siamo alle solite, dove i presidenti di giunta si scelgono persone di loro unica fiducia? Non dico che sia un bene o un male, ma è così che cominciano a contare poco le locali sezioni, anche a causa di questo atteggiamento. Secondo me l’IDV era nel diritto di indicare un nome che li rappresentasse anche perchè è stato un Partito (come tutti ovviamente) determinante.
Caro sig. Ciccarelli.
il Pd maceratese ha preso il peggio de vecchio modo di fare politica della DC ed il peggio del centralismo democratico del PCI.
In sostanza 2 miserie in un corpo solo.
Che Carancini NON riconfermasse nessuno della Giunta Meschini era sicuro al 99,99999999999%
I gruppi di potere, all’interno del PD, hanno presentato il conto e Carancini mi sembra che lo stia già pagando, sia per quanto riguarda la nomina degli assessori (perchè non solo il Pd ha messo bocca sui propri, ma ha anche posto veti su quelli deglialtri) sia per quanto riguarda la presidenza del Consiglio ed i membri che andranno nelle partecipate comunali (le più importanti SMEA, Cosmari, APM).
Cosi come in precedenza, i grandi timonieri hano mosso le loro pedine e stia pur sicuro che Carancini (candidato debole sia alle primarie, dove ha vinto per una manciata di voti -con tutto il partito dietro- che alle comunali, dove ha vinto solo perchè l’altro era improponibile, perchè altrimenti molti più di centro sinistra averbbero votato per il candidato del centrodestra) è un vaso di coccio in mezo a vasi di ferro….
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Caro sig.Fiammelli.
Nella rosa che vien chiesta al 99,99% il primo nome è quello gradito al partito e gli altri sono solo messi per bellezza, per far finta che il neo Sindaco abbia scelto in totale indipendenza dei partiti.
Il problema nasce quando un partito presenta un mediocre (pur avendo tra i propri membri dei cavalli di razza) e pretende che anche gli altri partiti presentino solo mediocri.
Per Ciccarelli: ha risposto egregiamente per me Cerasi. Quanto al fatto che il Sindaco Carancini non dovesse riconfermare nessun precedente Assessore era nei patti elettorali sottosdcritti da tutte le Segreterie dei partiti. L’idea non è nuova, dunque.Dirò di più, a quanto Cerasi sostiene: è prassi consolidata che il Vicesindaco vada a alla forza di coalizione a cui “non” appartiene il Sindaco. Al cotrario il Vicesidndaco è del PD. A questo vicesidnaco che deve essere assessore il PD assomma altri due Assessori, e siamo a tre, oltre ai tra Assessore ipotizza “anche” la Presidenza del Consiglio, e siamo a quattro. Con il Sindaco che è del PD, siamo a cinque. Relativamente alle partecipate di cui parla Cerasi, lelenco si allunga, e di molto. Si aggiunga a questo conto meramente numerico la “qualità” o “peso” della tipologia di assessoarto ( cioè le deleghe). Un esempio: Lavori Pubblici non è uguale a politiche giovanili o cultura. E potrei seguitare. La Presidenza dell’APM ( la nostra municipalizzata) non è uguale ai servizi sociali, come è a tutti noto ( solo che io lo dico, altri no).
Caro Guido,
Vedendo le cose da esterno, ma non scevro dall’aver compreso i meccanismi e le logiche del gioco politico, dirò di più.
Specificatamente a Macerata il Pd non è un partito (nota bene: lo stesso discorso con altri soggetti si può fare esattamente uguale per il PdL) ma un caravanserrai dove coesistono diverse “scuole di pensiero”.
Abbiamo un “patto d’acciaio” tra gli ex DCe gli ex PRI (patto che non è altro che la continuazione/aggiornamento -con gli stessi attori o poco diversi- della spartizione dei poteri che vigeva negli anni ’80 e ’90 del secolo corso) e una situazione di trasformismo e di camaleontismo che dovrebbe essere materia obbligatoria all’Università.
Dentro il Pd maceratese si cambiano cavalli e aleanze più veloemente di quanto si cambiano le mutande, al solo scopo di poter continuare a gestire il potere.
Nella scelta tra Bersani e Franceschini il gruppo di potere cittadino del Pd si è schierato con Bersani (soprattutto gli ex democristiani che, per storia e identità avrebbero dovuto essere con Franceschini) tanto che Bersano ha raccolto oltre il 60% dei consensi.
Ma poi nella scelta del candidato Sindaco per le primarie il Pd cittadino (cioè i vertici) in larghissima parte ha appoggiato, al di fuori di ogni logica politica e di ogni scelta coerente, uno della corrente di Franceschini.
Di più: questa estate le indicazioni che venivano dai bene informati erano che non ci sarebero state primarie (per la serie “siamo il partito più grande della coalzione del centrisinistra e il nome del candidato Sindaco spetta a noi”) e che Carancini non era certo in pole position per fare il Sindaco…
Ma poi in autunno si sono cambiate le carte in tavola, ci sono state riunioni e accordi trasversali e il Pd maceratese -in larghissima parte- si è dimenticato di aver votato la mozione Bersani e si è compattato (credo per mero potere perchè altre motivazioni politiche non esistono) su un candidato dell’area di Franceschini (non prima però, che parte del Pd, -gli ex scudocrociati- avesse cercato, inutilmente, di imporre un suo uomo)
Dopo le primarie, vinte per uno sputo -cioè politicamente perse-, Carancini non ha avuto la forza necessaria per sganciarsi dai soliti schemi di potere maceratesi ed ha vinto non tanto per merito proprio ma perchè Pistarelli (se pur maceratese) è stato visto alla fine della giostra come un corpo estraneo alla città (visto che per 10 anni era sparito, ben retribuito, in Regione).
Ora possiamo anche far finta che cominci una nuova storia ma gli eletti del Pd in Consiglio rispecchiano in larga parte i giochi di potere e di corrente del vecchio asse DC-PRI e pertanto giocoforza influiscono ed influirano pesantemente sulla libertà di manovra del Sindaco.
Anche l’aver scelto i Collaboratori (impropriamente chiamati Assessori) senza però aver dato congiuntamente le deleghe è una manifesta dichiarazione di debolezza in quanto il gioco è più complesso (come dici tu c’è anche da fare i conti con il peso delle altre deleghe AMP, Cosmari, ecc.) e certamente i “vecchi”non resteranno fuori ma continuerano ad influenzare e tracciare la rotta (dirigeranno per interposta persona: in casa Pd capogruppo, vice capogruppo e presidente del Consiglio saranno le emanazioni dei soliti noti) .
Anche l’autoreferenzialità con cui la vice Sindaco si è appena presentata (testualmente: “Credo di essere stata scelta, non solo per motivi anagrafici ma anche per le mie capacità e competenze. Se potessi scegliere una delega, sicuramente sceglierei la cultura che è secondo me quella più vicina alle mie attitudini”) è un segno di manifesta debolezza: sarano gi altri a dover dire se sei brava o meno; non puoi certo essere tu medesimo a fare l’apologia di te stesso!!! (per la serie: me la suono e me la canto)
Ma tutto questo dipende dalla impossibilità del Pd di essere un partito nuovo in quanto i timonieri sono tutti vecchi ed anche i galoppini, che prestano la faccia, sono cresciuti nell’ottica politica di chi ha sempre manovrato in casa Dc e PRI.
Insomma 127 voti di differenza sono veramente pochi per sganciarsi e pensionare i “vecchi”,.
Vecchi marpioni dela politica che, col cavolo che si faranno da parte, e che vorranno continuare a tenere il timone delle decisioni possibilmente fin dentro la cassa da morto….
Insoma “all’ovest politico maceratese niente di nuovo” parafrasando Erich Maria Remarque
Per Cerasi: caro Gianfranco, sei come al solito più preciso dei precisi. Difendo, però, Irene Manzi. Quanto ha detto Irene, credo, sia proprio il desiderio di scendere in campo e tradurre la sua competenza e inclinazione per l’area culturale. A proposito dell’area culturale io non credo di essere l’ultimo dei Moicani, ma rispetto la tesi di fondo che dirige Carancini sul tema di far largo ai giovani e con lui sono in pieno accordo. Il che non significa che io contesto Irene, anzi. Tuttavia vicesindaco, per prassi consolidata, non dovrebbe far parte del Partito al quale appartiene il Sindaco. Tuttavia la “novità” non è detto che sia “donna”. Non è scritto da nessuna parte e il teorema non è dimostrabile. Solo questo. Fino a prova contraria.
Per Cerasi: può andar bene ” nihil sub sole novi” ?
A me, di tutta questa discussione, stupisce essenzialmente un solo fatto: al gran diniego nei riguardi dell’IDV viene contrapposta, nei vostri commenti, la serietà programmatica del nuovo sindaco. Il quale però, come sottolineava Cerasi, ha fatto nomi senza accostar loro deleghe. E questa sarebbe una mancata spartizione in nome delle competenze? Fermo restando che nonostante la stima per almeno un paio dei nominati, nel complesso a me sembra una giunta debole, fiacca, sottotono. E fermo restando che, mancando ancora le deleghe, c’è anche da vedere se la stima che nutro nei contronti di quel paio farà coppia con le competenze che riconosco in essi e le deleghe che riceveranno.
Poi, vorrei sottolineare un’affermazione di Guido, allargandola. Dice: “Non è detto che la novità sia donna”. Aggiungo: “Non è detto che la novità sia giovane”. Siamo, in entrambi i casi, in una lettura interpretativa tematica e non estetica. E dunque non ci siamo.
@ Garufi commento nr.12
Visto che hai contato gli incarichi assegnati a quelli del PD, ti dico, se interessa, come stanno le cose a San Severino Marche, dove il PD ha :
1) Sindaco
2) Vice Sindaco
3) Assessore LL.PP. e Manutenzioni
4) Assessore all’urbanistica con delega al PRG
5) Presidenza del consiglio
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6) Presidente ASSEM (12.000 Euro l’anno)
7) 2/4 dei consiglieri ASSEM (129 Euro a seduta)
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Da ricordare inoltre che il Sindaco ha assoluto controllo degli assessori senza tessera.
Ciao Guido e ciao Gianfranco