Civitanova incorona Carla Fracci
“Ha cambiato la danza in Italia”

di Laura Boccanera

E’ arrivata con il suo abito bianco da “Silfide” la regina della danza italiana, Carla Fracci, attesa al teatro Annibal Caro per ritirare il Premio Donna organizzato dal Lions Club Cluana di Civitanova Marche. Una donna minuta, quasi spirituale nelle movenze e nell’atteggiamento, ma che appena sale sul palco per prendere la parola mostra una grinta e una fierezza fuori dal comune. <<Sono emozionata di essere qui, su questo palco che fu del maestro Cecchetti che ha lasciato all’umanità un grande patrimonio in grado di rivoluzionare lo studio dell’arte coreutica>> ha detto la prima ballerina. E proprio l’emozione e il lavoro duro, fatto di sacrifici rimboccandosi le maniche, sono stati i fil rouge della cerimonia che si è aperta con la note del pianoforte ad accompagnare un video autoritratto della Fracci.

In prima fila un parterre di autorità ed esperti della danza: dal sindaco Massimo Mobili, agli associati Lions, fino alle autorità militari. In sala anche alcune vincitrici del Premio Donna delle edizioni precedenti, come Cristiana Monina, l’oncologa Rosa Silva e la nipote della sensitiva Pasqualina Pezzola. Dopo i saluti di rito, Silvia Poletti, giornalista e docente dell’università di Urbino ha tracciato un profilo della Fracci artista e figura di spicco della danza e del mondo della cultura, ispiratrice di grandi artisti, pensatori e letterati: << Carla Fracci ha fatto da apripista per cambiare la danza in Italia – ha detto la Poletti – non è solo un’artista, ma una e centomila, in grado di rendere trascendente l’evento teatrale attraverso però una semplicità che la accomuna e la fa piacere anche al grande pubblico, un mix di sublime e popolare che la rende unica e irripetibile>>. A consegnare il riconoscimento, fra un arcobaleno di piccole danzatrici in tutù rosa maternamente corrette dalla Fracci,  la presidente Lions Gina Tombolini e il maestro Brattini, scultore ed autore del premio. A chiusura della consegna la Fracci, accompagnata dal marito, ha letto una poesia di Puskin che Enrico Cecchetti portava sempre con sé.

Foto Roberto Vives