di Alessandra Pierini
Si è svolto questa mattina alla redazione maceratese del Carlino, giornale promotore dell’iniziativa, il forum che si poneva l’obiettivo di trovare le soluzioni per dare nuova luce al centro storico e in particolare a Corso della Repubblica. Al G9 (nove erano gli invitati a dare la loro ricetta per recuperare un punto focale della città) tutto maceratese hanno preso parte rappresentanti della vita intellettuale, amministrativa e imprenditoriale della città, tutti profondi conoscitori della realtà locale e delle sue problematiche. Il Carlino e il suo caporedattore Giorgio Guidelli ha promesso di stilare un documento che raccogliesse le conclusioni dell’incontro da presentare al Consiglio Comunale cittadino.
La discussione si è sviluppata sul piano concreto e, salvo qualche caduta su confronti puramente politici, si è mantenuta su alti livelli. I due minuti che il caporedattore, moderatore del forum, ha concesso ad ognuno degli intervenuti, sono stati abbondantemente sforati a dimostrazione della complessità di una situazione per la quale nessuno ha la bacchetta magica. Ha dato inizio alle danze Guido Garufi, con un intervento nostalgico: “Ricordo l’epoca degli strusci e di un tipo di aggregazione che non esiste più. Oggi si invocano l’estetica e l’intervento di un privato che resta fantasmatico.
Le diversità che entrano in gioco sono tante e servirebbe un medium per mettere tutti d’accordo.” E’ poi stato il turno di Massimiliano Bianchini, Assessore alla cultura del Comune di Macerata, introdotto ironicamente da Hermas Ercoli: “Io vorrei che accanto ai nostri nomi fosse indicato il titolo di responsabile e di irresponsabile, gli attuali amministratori sono senza dubbio i responsabili quindi anche Massimiliano lo è.” Bianchini ha parlato di identità della nostra città, tema caro a tutti gli aspiranti candidati sindaci: “Inizierei col dire cosa non va fatto – annuncia Bianchini – blocchiamo ad esempio la discussione sui centri commerciali che esistono in ogni parte del mondo, interroghiamoci invece su quale sia il centro storico, Corso cavour e Cairoli vanno intesi come parte integrante? Ciò che invece bisogna fare è considerare la qualità della vita, altissima nella città. E’ vero mancano gli attracchi meccanizzati ma manca soprattutto l’identità della città alla quale dobbiamo restituire un’anima.” Presente anche l’attuale Assessore al Centro Storico Giovanni Di Geronimo, direttamente interessato negli ultimi cinque anni alla soluzione delle difficoltà del centro: “In passato o andavi per il corso o facevi musica o ti inventavi il divertimento e andare in centro per acquistare con la tredicesima era un rituale. Oggi non è così. Sono state fatte decine di riunioni e tutti hanno le loro ragioni, i commercianti, i residenti che ‘resistono’ in centro e chiedono, gli studenti. Voglio essere onesto, io non ho soluzioni perchè tutte le esigenze sono reali e non sono in sintonia tra loro. Propongo di fare un convegno che si basi su uno studio fatto in maniera scientifica ma serve un passo indietro da parte di tutti. Noto poi che mentre in altre città c’è un forte campanilismo, da noi siamo ipercritici verso ogni cosa.”
Il Presidente Franco Capponi aggiunge molti ingredienti alla ricetta per il recupero e farebbe volentieri il Sindaco: “Macerata non ha una politica della residenzialità in centro. Gran parte dei palazzi è di proprietà della Provincia e ci stiamo interrogando sul da farsi con questo patrimonio per migliorare la città stessa. E’ una città lenta al cambiamento come si vede ad esempio dall’ex Upim, vuoto da anni. Non è vero che non ci sono parcheggi ma sono poco conosciuti, la segnaletica è scarsa e l’illuminazione pubblica non valorizza la città. Non mettiamoci in competizione con altri, ad esempio Civitanova punta sulla stagione estiva, noi proponiamoci d’inverno magari riscaldando il Corso della Repubblica adattandolo anche al pubblico sempre più numeroso di anziani. Manca un brand della citttà. Se deprimiamo la qualità edilizia, deprimiamo anche la città. Farei volentieri il Sindaco di Macerata perchè è una città che dà tanti stimoli. Ha bisogno di un bravo amministratore.” Gli imprenditori sono stati rappresentati da Nando Ottavi, Presidente di Confindustria, assente invece Giuliano Bianchi, Presidente della Camera di Commercio, impegnato altrove. “Il problema de centri storici è generale – afferma Ottavi – qui si aggiunge la difficoltà a collegare le due valli. sarebbe importante riportare i cittadini a risiedere con delle agevolazioni. Sarebbe anche necessario riattivare i contenitori rimasti vuoti, ampliare l’apporto economico dello Sferisterio, ampliare orari dei parcheggi, dei ristoranti. Bisogna ricreare il movimento di un polo d’attrazione.”
Molto interessante l’intervento di Anna Verducci, direttrice dell’Accademia di Belle Arti, laurea in architettura urbanistica: “Dobbiamo prima domandarci che tipo di sviluppo vogliamo, poi prendere i difetti e interpretarli come elementi di pregio. Occorre poi una regia che riesca a raccordare le esigenze. Serve un’analisi a monte che suggerisca quali aspetti e strumenti potenziare.”
Il Professor Hermas Ercoli, reduce dal successo di Tuttoingioco spiega le motivazioni storiche e invita i responsabili all’autodenuncia e al riconoscimento delle responsabilità: “Il corso è metafora della nostra condizione. Nel 1861 Trollob venendo a Macerata fece la sua diagnosi e disse ‘Siete spacciati’ perchè aveva sentito della ferrovia lungo l’Adriatico. In questa città sono stati fatti errori imperdonabili, nel 1974 ha pedonalizzato il centro aprendo il primo parcheggio solo nel 1982, non ha fatto il parcheggio a Rampa Zara, ha chiuso Piazza San Giovanni per anni, ha perso la Chiesa di San Filippo. Questi sono errori firmati. Non è stata la guera – ironizza – condizioni storiche e soggettive hanno determinato l’attuale situazione. Le soluzioni ci sono ma vanno afferrate percorrendo la strada della qualità. E’ legittimo dire ‘quant’era bello’ ma è denuncia di ‘quant’è brutto oggi’. Vi anticipo che la Fondazione interverrà significativamente in primis foderando l’armatura della Chiesa di San Filippo.”
Le proposte di Giammario Maulo, Presidente del Consiglio Comunale sono le seguenti: “Propongo un centro di aggregazione giovanile all’ex Upim, sale lettura ad orario continuato presso la Mozzi- Borgetti, percorso museale con un biglietto unico, il Liceo musicale al Convitto, il centro commerciale all’aperto e la copertura in stile dal Corso della Repubblica.”
L’ultimo intervento è stato quello di Mauro Giustozzi, Segretario Generale della Provincia di Macerata che ha colto gli input fin qui raccolti per dare una sua opinione: “Penso anche io che sia necessario il progetto e mi piace il discorso delle autoassoluzioni, io ad esempio ritengo di avere sbagliato quando ho mutilato l’attracco dal parcheggio dei Giardini Diaz ai Carabinieri, così come è stato fatto è depotenziato. Faccio una proposta a due livelli: da una parte occorrono interventi basilari di ordine e pulizia con potenziamento delle strade e della segnaletica e recupero dei bagni pubblici, dall’altra è necessario osare alzando il livello di ambizione per ottenere qualcosa in più. Per quanto riguarda i centri commerciali li considero luoghi che incentivano al degrado sociale.”
Ora dalle parole, si dovrebbe passare ai fatti.ù
(Foto di Guido Picchio)
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troppi galli a candà…
Una parata elettorale con le solite ovvietà rallegrate da un brand(y) in piazza Vittorio Veneto!
Da lettore: questa sarebbe una notizia?
E poi vedere le solite facce che non hanno mai cambiato niente o che non sono riusciti mai a realizzare nulla di concreto tranne l`aacredito sul loco cc.
Non e` questa la strada giusta.
Sono d`accordo con il DAVO`LI.
Un merito a Maulo per aver abbellito le mura sopra ai giardini.
Io chiuderei quella strada e aprirei locali lungo quella strada, poi farei una piscina all`aperto magari sopra` al PARKSI e affitterei da aprile a settembre (per la bella stagione) a privati che vogliano organizzare eventi.
E` un bellissimo popsto,vi e` una bellissima cornice storico naturale con le mura alle spalle la campagna e i monti di fronte, non valorizzato e lasciato all`abbandono specialmente la notte.
Magari anche una discoteca all`aperto vicino alla piscina dove poter attirare gente dalle colline vicino e far un po di concorrenza alla costa. Mercato notturno in corso cavour magari il venerdi sera.ecc. ne avrei tantissime basta avere la fantasia di avere una vitta piena di gente con i pro e i contro.
Parcheggio rampa zara mura di tramontana questa zona e` cosi triste che sembra ferma ALL`ERA PREISTORICA con la bellissima opera di Rozzi..
Cari Amici, facciamo si che questa iniziativa vada avanti, forse il periodo preelettorale ci mette un po in difficoltà.Un grazie alla Redazione maceratese del Carlino, sono certo che il gruppo saprà essere determinante anche con la nuova Amm.ne Comunale, questo insieme di persone che va dalla Cultura, Scuola, Industria bene rappresentata, Funzionari pubblici, politici esperti, Camera di Commercio, non si dispederà, idee nuove fattibili andranno a conclusione, la mia modesta esperienza molto dura perchè in pochi per la Chiesa di San Filippo è andata a conclusione. Macerata ha bisogno di queste iniziative basta crederci.
Tutto qui? Andiamo, diteci che avete scherzato!
Probabilmente, se i soggetti chiamati a discutere fossero stati diversi, ci sarebbero state delle argomentazioni simili a quelle riportate… Ma certamente anche diverse.
Gli interlocutori hanno fotografato la città con i loro occhi e sulla base della propria esperienza.
Altri “attori”, al loro posto, avrebbero forse mostrato una fotografia presa da un’altra angolazione.
Pertanto quanto descritto sopra è solo un punto di partenza suscettibile di ulteriori interventi e ulteriori fotografie, ulteriori contributi…
il Carlino chiama e i soliti accorrono. Piccola testata, poco nazionale, ma per Macerata è un po’ come Repubblica per Roma e il Corriere per Milano. Con le dovute distinzioni, ovviamente: sia per le realtà metropolitane e sia pure per il taglio delle testate. Al Carlino di Macerata, curiosamente, anche i chiamati sono sempre gli stessi: modificando il detto evangelico, “pochi i chiamati, soliti gli eletti”, anche se qui si tratta – e non per tutti, peraltro – di eleggibili o eleggendi.
L’iniziativa mi ricorda un po’ quando da ragazzi ci inventavamo petizioni popolari per giocare un po’ al gioco dei grandi. In questo caso, il “concorso per idee” della pagina locale del suddetto quotidiano rischiava di trasformarsi – come è poi accaduto – in un colossale boomerang: che vuoi dire o aggiungere sulla situazione del Corso, più di quanto già abbiamo già detto, e da anni? Intanto, è “in corso” un cambio di mentalità – più spazio al virtuale che al reale – che taglia le gambe alla socializzazione civica; i cellulari aiutano vieppiù ad azzerare le necessità di darsi un appuntamento geografico per incontrarsi; e così via. Una speranza – intellettuale, speculativa – può essere quella di sapere già da ora che, quando avverrà il grande black out delle mode oggi in vigore, si tornerà all’antico. Certo, se al dato sociologico aggiungi anche l’assenza straordinaria della manutenzione ordinaria in centro storico…
La città è sotto gli occhi di tutti i cittadini, caro Gianfranco; non servono gli intellettuali per fotografare il decadimento. Serve la nostra gente. Che c’è e vorrebbe ancora esserci, probabilmente, se messa nelle condizioni di fruire i propri beni urbanistici e civici.
Se invece hai ragione tu e si tratta di “un punto di partenza suscettibile di ulteriori interventi e ulteriori fotografie, ulteriori contributi”, a me somiglia piuttosto a un tentativo di allungare il brodo, un po’ come i medici al capezzale di Pinocchio.
Lieto dunque di non far parte dell’equipe.
Caro Filippo,
Ovvio che se il Carlino chiama sempre i soliti ci saranno sempre e solo le solite risposte: ma questo non cambia quanto ho scritto sopra.
Diverse persone fotografano la situazione anche in maniera differente.
Ma se vogliamo invece chiudere la questione in poche righe è presto detto:
20 anni fa circa dentro le Mura Ubiche risiedevano oltre 5.000 cittadini (più altri 1.000/2.000 universitari).
Ora i residenti sono poco più di 2.000 e anche gli universitari, che dormono in centro, non credo superino le poche centinaia.
Quindi 20 anni fa (ed anche prima) il centro era comunque “pieno”.
Inoltre 20/25 anni fa era consuetudine che i ragazzi del circondario (non solo dalle frazioni ma anche Appignano, Treia, Monteccassiano, Montefano, Cingoli, ecc.) strusciassero per il Corso e quindi anche in questo caso il centro era “pieno”.
Ecco soltanto detto in poche righe un’altra angolazione dello stesso problema, senza minimamente parlare di parcheggi, chiusura UPIM, decentramento Università, ecc.
Visto com’è semplice? E io sono d’accordo con te. Quindi vedi bene che non servono “concorsi d’idee” né dotti, medici e sapienti (per rimanere nella metafora collodiana). Quindi ha ragione Ballesi, che nel suo programma indica come uno dei punti prioritari il ripopolamento del centro, attraverso ricette molto concrete e fattibili. Ma mi pare di aver capito che né Ballesi né tu né altri sono stati convocati al consiglio dei saggi…
Nel 1960 il Centro Storico di Macerata era popolato da 6 mila residenti dimezzati a 3 mila unità nel 1980. Per tamponare l’emorragia il Comune diede il via ai Piani di Recupero che prevedevano un 50% di cubatura residenziale e un 50% commerciale e terziaria. Purtroppo nonostante i contributi e un edificio recuperato dall’Istituto autonomo case popolari le cose sono andate diversamente. L’esodo continua.
Filippo,
Al Consiglio dei Saggi non è stato nemmeno previsto un posto per te: anche tu nella lista dei “cattivi??? 🙂
@ Gianfranco
fortunatamente sì. E dico fortunatamente perché – a fronte del puntuale oblio riservato agli eventi che un tempo organizzavo – si riscontrava sempre un successo di pubblico superiore ad ogni aspettativa. Quindi, qualora mai mi ripungesse vaghezza di rimettermi nell’agone, spero vivamente non cambino atteggiamento! 🙂
@ Gabor
vivo in centro da sempre. Quanti – tra gli amici – hanno coraggiosamente deciso di stabilircisi anche loro, lamentano la tragedia dei posteggi, quella delle multe, insieme al caos notturno da parte di studenti o avvezzi a bevande alcooliche, nel migliore dei casi, fino ad ore antelucane. Spesso, nonostante l’ardimento e la curiosità di vivere nel cuore della città, perdono il gusto e se ne vanno. Non vorrei poi mettermi nel tema dei costi d’affitto: proprio pochi giorni fa sentivo di case di una cinquantina di metri per le quali non si chiede meno di 500,00 euro. Altro che esodo inspiegabile…
Caro Filippo,
purtroppo il Centro Storico è visto solo da fuori le mura, forse perché l’effimero è spesso legato ai castelli come modelli inconsci e metaforiche difese dei nostri sogni. Comunque avevo chiuso l’analisi sui Piani di recupero (degli abitanti) con “l’esodo continua” per non parlare di una vera e propria deportazione in parte involontaria.