(corriere.it)
Non è passato in Cda Rai il rinnovo del contratto di Bruno Vespa. L’ipotesi portata dal direttore generale, Mauro Masi, all’attenzione degli amministratori dell’azienda di viale Mazzini non ha avuto il via libera. Il contratto in questione deve in qualche maniera «essere coerente» – come è stato sottolineato in alcuni interventi, a quanto riferisce l’Agi – con la situazione generale dell’azienda e non invece in contraddizione con la necessità di contenere i costi. A sollevare il problema sul rinnovo del contratto al conduttore di ‘Porta a Porta’ è stato peraltro un consigliere della maggioranza, cui è seguito poi l’intervento – per la minoranza – di Nino Rizzo Nervo. Dal canto suo il presidente Paolo Garimberti ha preso atto delle posizioni che venivano espresse, come pure il direttore generale Masi. E alla fine, insieme ad altri temi all’ordine del giorno rimandati ad una nuova riunione (come l’audizione del direttore di Raidue, Massimo Liofredi), è stato deciso un riesame complessivo del contratto di Vespa, da sottoporre più in avanti nuovamente all’attenzione del consiglio di amministrazione di viale Mazzini. L’ipotesi di nuovo contratto – durata triennale – che era stata portata in Cda prevedeva – a quanto riferiscono alcune indiscrezioni – un compenso ‘minimo’ di 1,6 milioni di euro l’anno, ma poi la misura reale del compenso per il conduttore è data dal meccanismo delle sue presenze in programmi Rai, dal numero degli ‘speciali’ realizzati, e dal numero delle prime e seconde serate di ‘Porta a Porta’, il che finisce con il far lievitare il ‘minimo garantito’.
VESPA – «Mi pare giusto che il Cda della Rai abbia chiesto un approfondimento su tutti i contratti da rinnovare e non soltanto sul mio», ha replicato Vespa. «Si potrà così constatare che alcuni elementi del mio contratto risalgono al 2001 e altri al 2004. Se si pensa che quando entrerà il vigore il prossimo contratto l’inflazione del decennio sarà intorno al 22%, sarà più facile ragionare». Poi il conduttore si dice dispiaciuto che «le fughe di notizie riguardino sempre e solo il mio contratto. Mi dispiace che si dimentichi che nel 2001 il direttore generale Cappon stabilì lui la cifra, calcolando il 15% in meno di quanto offerto a Gad Lerner e Fabio Fazio per due trasmissioni meno importanti che mai si fecero. Mi dispiace che non si pubblichino i contratti del compianto Enzo Biagi, il contratto precedente e quello attuale di Fabio Fazio, quello di Daria Bignardi e altri ancora. Io sono pronto a confrontarmi pubblicamente con tutti. Peccato che mi manchino gli interlocutori».
RAISAT – Il Cda della Rai ha poi deciso di riportare RaiSat, finora società consociata, tutta dentro l’azienda di viale Mazzini. La decisione è maturata dopo il fallimento della trattativa con Sky e la logica è quella – come sottolinea il consigliere Rodolfo de Laurentiis – di operare un «passaggio ineludibile di riportare dentro l’azienda una struttura che serviva a Sky e che ora, con il digitale terrestre, garantisce i suoi canali in maniera free. Non aveva quindi senso tenere RaiSat in quella situazione».
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Al di la dello scandalo del contratto di Vespa (che oramai anche i più disattenti avranno capito che il “compenso minimo” è una buffonata in quanto tra special, prima serata, edizioni straordinarie questo “minimo” sarà destinato a crescere esponenzialmente) quello che veramente fa intorcigliare lo stomaco è il fatto di come sia ancora possibile che un servo dei potenti (non importa chi siano potenti poichè egli è servo di tutti) possa ancora avere uno spazio in televisione.
Vespa non fa informazione, ma solo dei grandissimi spot a favore di chi comanda; se poi comanda il centro destra (come prima comandava la DC) assisitiamo al peggiore giornalismo possibile.
Vespa si fa forte dell’indice di ascolto (che tra l’altro sono decenni che si ripete che sia “viziato” in quanto il campione dei videoascoltatori che guardano i programmi è ridotto ed anche il sistema di controllo fa acqua da tutte le parti in quanto si può lasciare accesa la TV ma non avere nessuno avanti al video… E si può sempre arrivare a sapere chi fa parte del campione e pagarlo per lasciare accesa la TV su un determinato programma) ma è sicuro che un quasiasi giornalista (o un qualsiasi cittadino preso a casaccio dall’elenco telefonico) che avesse i mezzi a disposizione di Vespa e la possibilità di andare in video come e quando gli pare avrebbe più o meno lo stesso indice di ascolto con le stesse inutili trasmissioni.
Ci sarebbe da studiarlo a Vespa, nei corsi per giornalismo, per presentarlo come esempio (negativo) di come si fa giornalismo asservito al potere.
Ogni volta che passa Vespa in TV chiunque abbia un minimo di decenza e di coerenza avrebbe bisogno di una cassa di malox, per non dare di stomaco