(Rainews24)
Sei alti ufficiali dei Pasdaran, tra i quali il comandante vicario delle forze di terra, sono rimasti uccisi oggi in un attacco suicida nel sud-est dell’Iran nel quale hanno perso la vita in tutto 49 persone e altre decine sono rimaste ferite. Molte delle vittime sono civili.
Teheran ha accusato potenze “nemiche”, e in particolare gli Stati Uniti, di essere dietro all’attentato, avvenuto quando non sono ancora sopite le tensioni seguite alle proteste post-elettorali dell’estate scorsa. Washington ha invece smentito, condannando l’atto terroristico.
Inoltre il ministro degli Esteri ha convocato l’incaricato d’affari pachistano informando di “avere le prove” che gli autori dell’attentato venivano dal paese confinante e il presidente Mahmud Ahmadinejad ha chiesto alle autorita’ di Islamabad di “stringere i tempi per la cattura dei principali responsabili dell’attacco terroristico”.
Le accuse agli Usa sono state lanciate dall’Iran alla vigilia di un incontro, in programma domani a Vienna, in cui esperti iraniani, americani, russi, cinesi, britannici, francesi e tedeschi (nel cosiddetto “formato 5+1”) devono tornare ad incontrarsi per colloqui sul programma nucleare di Teheran.
Un kamikaze, scrivono i mezzi d’informazione iraniani, si e’ fatto esplodere nella citta’ di Sarbaz, nella provincia del Sistan-Baluchistan, mentre i Pasdaran e notabili di gruppi etnici locali si avviavano a tenere una riunione al fine di favorire una riconciliazione nella popolazione, divisa da tensioni interreligiose tra sciiti e sunniti.
Tra i morti figurano il generale Nurali Shushtari, comandante vicario delle forze di terra dei Guardiani della rivoluzione, e il generale Rajab-Ali Mohammadzadeh, comandante dei Pasdaran per il Sistan-Baluchistan.
Secondo testimoni citati dalla televisione iraniana in lingua inglese PressTv, l’esplosione e’ avvenuta quando i Pasdaran e i notabili locali, appartenenti sia alla comunita’ sciita sia a quella sunnita, si sono avvicinati ad una esposizione di artigianato locale. Non si esclude che l’attentatore potesse
trovarsi tra un gruppo di uomini intento a fabbricare canestri.
Mohammad Marzieh, il procuratore di Zahedan, che e’ il capoluogo del Sistan-Baluchistan, ha detto che l’attentato e’ stato rivendicato da Jundullah (Soldati di Dio), un gruppo separatista sunnita che negli ultimi anni ha messo a segno altri attacchi e rapimenti di agenti dei servizi di sicurezza
iraniani.
Il procuratore Marzieh ha detto che nessun arresto e’ stato ancora effettuato per l’attentato odierno.
Come sempre avvenuto in occasione di violenze nelle aree di confine iraniane, abitate da minoranze sunnite, l’Iran ha immediatamente accusato Paesi “nemici” di essere dietro all’attentato. Si e’ trattato di “un crimine perpetrato da agenti degli stranieri”, ha detto Ahmadinejad, affermando che gli autori della strage e chi sta dietro di loro riceveranno “una pronta risposta”.
I Guardiani della rivoluzione, fedelissimi della Guida suprema, ayatollah Ali Khamenei, e dalle cui file proviene lo stesso presidente, hanno affermato in un comunicato che l’attentato e’ stato compiuto da “mercenari” al servizio dell’
“arroganza globale”. Un’espressione normalmente usata per indicare potenze occidentali, in particolare gli Usa.
La televisione di Stato ha puntato il dito contro la Gran Bretagna. Ma il presidente del Parlamento, Ali Larijani, ha accusato gli Stati Uniti di essere gli ispiratori della strage.
“Il presidente Barack Obama ha detto di volere tendere la mano verso l’Iran – ha detto – ma adesso vediamo che valore avevano quelle affermazioni”.
Pronta la risposta di Washington. “Condanniamo questo atto di terrorismo e la perdita di vite innocenti’, ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Ian Kelly, aggiungendo che le accuse di un coinvolgimento americano sono “completamente false”.
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